Riassetto del territorio: il ruolo della regione.

Riassetto del territorio: il ruolo della regione.

Giovanni De Falco, Ires Campania

 

Il ruolo della Regione in un processo di riassetto funzionale del territorio appare indispensabile per realizzare futuri sostenibili fondati sulla crescita delle società locali e sulla valorizzazione dei patrimoni ambientali, territoriali e culturali. Questo processo non può prescindere dall’attivazione di nuove forme di esercizio della democrazia.

A Napoli si è aperta una nuova fase di (ri)organizzazione dell’amministrazione di governo in Municipalità, il Comune di Napoli ha deliberato un processo di trasformazione più razionale rispetto alle esigenze di snellimento della macchina comunale con un più diretto rapporto con il cittadino ma le deliberazioni, ad oggi, sono sicuramente parziali e non inquadrate in un sistema che tenga conto di alcuni essenziali punti di “efficacia ed efficienza” del processo trasformativo. Napoli, comunque, rappresenta l’occasione da cui ripartire per trasformare gli enti locali da luoghi di amministrazione burocratica in laboratori di autogoverno.

Il municipio può agire sulla valorizzazione dei patrimoni locali e promuovere la ricostruzione degli spazi pubblici della società locale come luoghi di formazione della comunità.

Diviene allora essenziale recuperare, attraverso un nuovo disegno urbano, un’identità locale capace di riaggregare la società e gli interessi delle aree in un contesto di sviluppo coordinato che passi anche attraverso nuove forme di organizzazione territoriale; in particolare penso ad un sistema articolato tra forme di concentrazione ed “integrazione reticolare”, legate a fattori di territorialità nei quali alimentare la produzione di “conoscenza” e “creatività” per esprimere nuove forme di polarizzazione con la realizzazione di differenti livelli di relazioni e di gerarchie tra Regione, Città metropolitana e Municipalità.

Per questo motivo l’esperienza che si sta realizzando a Napoli non può restare isolata, è come realizzare una rete con terminali ciechi: non servirebbe a nessuno.

Questo processo deve trovare sostegno ampio in un processo di reciprocità territoriale (Regione, Provincia, Area metropolitana, Municipi) producendo nuovi scenari sociali e nuove relazioni comunitarie.

La Regione dovrebbe operare per la creazione di un organismo progettuale che veda molteplici soggetti impegnati alla costruzione di una “carta” metropolitana, intesa sia in senso geografico - per il completamento di un disegno di municipalità che non interessa la sola area napoletana (Provincia, Area e città metropolitana) ma che coinvolga in un processo riorganizzativo tutte le piccole comunità - sia in termini costituzionali per la definizione dei poteri affidabili alle municipalità ed alle modalità per la costituzione degli organi di rappresentanza offrendo un articolato progetto di riforma di government che potrebbe misurarsi, con consensi e con dissensi, in un processo di discussione democratica.

E’ lecito attendersi che la Regione possa assolvere al proprio ruolo programmatorio con chiarezza d’intenti e capacità di sperimentazione.

 

 

Data: 14 settembre 2005

Stampa: Corriere del Mezzogiorno

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