La denuncia di Confartigianato: La Regione non paga gli Enti di formazione.

Giovanni De Falco, direttore Ires Campania

Molti centri di formazione della Campania rischiano di andare "gambe all'aria" entro la fine dell'anno. La denuncia – apparsa sul giornale Il Denaro - è del presidente regionale della Confartigianato, Antonio Campese.

«La Regione deve chiudere la programmazione dei fondi Europei 2000-2006 ed ha chiesto agli enti che hanno avuto corsi finanziati, di rendicontare le spese sostenute entro la fine dell’anno. Il problema è che le società di formazione, nella quasi totalità dei casi, stanno aspettando ancora il secondo acconto ed il saldo finale per le attività svolte. Quindi dovranno anticipare i soldi di tasca loro, ma questo è impossibile, si tratta di grosse somme … il nostro ente di formazione - spiega Campese - la Confartigianform, dovrebbe anticipare tra i 700 e gli 800 mila euro. Dove li prendiamo tutti questi soldi? Molti andranno gambe all'aria. Moltissimi enti, infatti, si trovano nelle stesse nostre condizioni».

La risposta della Giunta non si è fatta attendere e dalle stesse pagine de Il Denaro Francesco Girardi, coordinatore dell'area Formazione in Regione Campania, ha così replicato: «Erogheremo i fondi; la rendicontazione potrà essere spostata, la Regione erogherà le anticipazioni alle società di formazione che presenteranno garanzia fideiussoria. Qualche rallentamento da parte della Regione c'è stato: per i vincoli dovuti al Patto di Stabilità, le liquidazioni erano ferme, la decisione di ‘sforare’ è stata presa di recente. Da allora stiamo lavorando quasi 24 ore al giorno per assegnare i fondi alle imprese. Ma - sottolinea Girardi - la necessità di accelerare non si può trasformare in leggerezza: sul nostro operato vigilano le magistrature competenti, non ultima la Corte dei Conti, e possibili frodi sono dietro l'angolo».

Di fronte alla contestazione della Confartigianato, la risposta che ha dato il Coordinatore della Formazione della Regione Campania, ci sembra tranquillizzante da una parte, ma molto confusa dall’altra.

Proviamo ad orientarci in questa situazione: va subito detto che stiamo parlando di corsi di formazione approvati entro il 2006, altrimenti non ammissibili ai finanziamenti stanziati dalla Unione Europea.

Le regole consolidate dei finanziamenti europei sono previste dall’articolo 10 del F.E.S.R., nel quale è stabilito che i fondi possono essere impegnati entro la scadenza del Programma, ma devono essere conclusi e rendicontati entro e non oltre due anni dall’assegnazione dei finanziamenti ai progetti presentati dalle singole imprese.

Per questo, quando la Regione presenta il suo Piano, i finanziamenti vengono erogati secondo la seguente formula: 40% all’avvio del progetto (primo acconto o anticipazione), 40% dopo la prima verifica operativa e la rendicontazione del 90% di quanto speso in avvio del corso, mentre l’ultimo 20% (saldo) viene erogato al termine della presentazione della rendicontazione economica definitiva consegnata con tutti i documenti amministrativi e contabili relativi alla chiusura del Corso. Molto ci sarebbe da dire già sulla tempistica di erogazione di questi finanziamenti, in alcuni casi molti enti – nonostante insistenze ed interminabili file – hanno ricevuto la prima anticipazione in prossimità della scadenza del corso o, in alcuni casi, addirittura a corso già concluso.

Ma, ci chiediamo, cosa c’entra il Patto di Stabilità con i Fondi Europei? Il Patto di Stabilità fu definito a Maastricht e riguarda il rapporto tra il P.I.L. ed il deficit pubblico, che è stato posta alla base dell’euro, la moneta unica.

Perché la Regione non ha erogato i Fondi, quelli che lo stesso coordinatore chiama – a giusta ragione - “spettanze”? I soldi dovevano essere in Bilancio Regionale e nella regolare disponibilità dell’Ente, perché la legge italiana prevede che non si possano fare  gare per appalti o per erogare contributi o finanziamenti senza la regolare copertura finanziaria.

Forse, nelle parole del coordinatore c’è la spiegazione di quanto è avvenuto. ‘Sforare’ il Patto di Stabilità, significa forse che i soldi della Formazione sono stati assorbiti dal buco nero della Sanità, risucchiati da quel debito (9 miliardi di euro) e che solo oggi, a situazione modificata, sono tornati disponibili?

E’ da tempo che denunciamo che i Fondi Europei non sono utilizzati per lo sviluppo, ma impegnati per sostenere una ordinaria amministrazione allo sbando.

Per fortuna, come afferma Girardi, sembra che i soldi ora ci siano e che le aziende potranno essere pagate, anche se dovranno presentare una seconda fideussione (accollandosene i costi) sottoponendosi a rigidi controlli amministrativi.

In Campania i finanziamenti europei sono praticamente fermi da oltre un anno, nel pieno di una crisi economica devastante, poter contare sui finanziamenti europei potrebbe riavviare una speranza di sviluppo forse ancora possibile. Purtroppo il lavoro di questa Giunta  e dei suoi tecnici non sembra all’altezza delle drammatiche necessità dei suoi cittadini.

 NotizieSindacali.com 03-09-2009

Cerca nel sito

Incontri

Fut Rem

 

.

 

Chi è online

 22 visitatori online