Invito alla lettura: L'inganno federalista.

di Giovanni De Falco.

 

ANTONIO IANNELLO

L’inganno federalista

prefazione di Giovanni Russo

Vivarium, pag. 217, Napoli, 1998.

 Antonio Iannello è stato architetto ma soprattutto difensore dei valori artistici e culturali della nostra terra e ambientalista, impegno che ha attraversato tutta la sua vita fino alla morte avvenuta alcuni giorni prima della stampa di questo suo “unico” libro che, ironia della sorte, è dedicato ad un tema squisitamente politico.

Iannello, in passato, frequentò anche la politica - fu segretario provinciale del Partito Repubblicano Italiano - destinandole parte del suo impegno, operoso ed onesto. Più di recente, ed a distanza di molti anni da quella esperienza, si parlò di un suo possibile impegno con il Partito Democratico della Sinistra che, però, non ebbe seguito. La passione per la politica dunque non l’aveva mai del tutto abbandonato e L’inganno federalista resta a testimoniare questa sua passione.

Sin dal primo paragrafo chiunque abbia seguito in questi ultimi tempi le varie discussioni sul tema comprenderà che l’espressione e il contenuto della politica federalista ad oggi sventolati nulla hanno a che vedere con l’esatto suo significato; che la Lega Nord, massima espressione di una politica nata sull’onda di un federalismo molto proclamato e poco perseguito, è, probabilmente, l’espressione di ben altri contenuti ed interessi; che il desiderio, ovvero la necessità, degli attori della moderna politica di cavalcare questi temi, pensando per questa via di dare risposte ad un malcontento socialeche, oggi, trova espressione politica nella Lega, non fa che accentuare la confusione esistente attorno al tema del federalismo, determinando le premesse ad un grave errore politico: non differenziare tra le giuste esigenze di buon governo ed autonomia e gli egoismi localistici e l’incultura antistatale.

Iannello tratta l’argomento in modo semplice, e per questo “rivoluzionario”, partendo dalla spiegazione di cosa è il federalismo, e come sono organizzati gli Stati federali, con puntigliosi e pregevoli esempi che aiutano il lettore alla comprensione del problema. Encomiabile, inoltre, l’utile riproposizione di alcuni interventi sulla forma statuale della costituenda Repubblica italiana.

Iannello smaschera la povertà e l’inconsistenza culturale della Lega Nord e di tutte le altre Leghe che proliferano in giro per il Paese e smonta il simulacro simbologico dei riti celtici assunti da Bossi per la veicolazione mediatica del “verbo” e accusa, senza mezzi termini, la pari povertà ed inconsistenza culturale di chi la combatte pensando di assorbire la “filosofia” leghista nelle proprie spirali politiche introducendo, per questo, forme di “tolleranza” che, ai più, appaiono francamente insopportabili.

La seconda parte del libro è una sorpresa per molti. La raccolta degli interventi in “Opposizione all’ordinamento regionale” nella seduta dell’Assemblea Costituente del 1946 è qui presentata ed offerta come dibattito sulla “filosofia federalista”. Gli interventi dei vari rappresentanti del popolo - Togliatti (Pci), Moro (Dc), Nenni (Psli), Croce (Pli), Gronchi (Dc) Preti (Psli), Lussu (Autonomista), Nitti (Udn), Marchesi (Pci), De Vita (Pri), tra gli altri - potrà certamente far riflettere sia sugli elevati contenuti di quella discussione sia, a tanti anni di distanza, sull’esperienza di governo realizzata dalle Regioni in Italia. Inoltre, questo dibattito assume grande rilevanza, paragonato al livello di discussione e di elaborazione prodotto nella Commissione Bicamerale dove, a mio parere, si è consumato realmente, per dirla con Iannello, l’inganno federalista.

L’appendice, di straordinario interesse, raccoglie quattro contributi che, da soli, potrebbero rappresentare l’anima del testo e del suo senso critico: Regioni, di Giustino Fortunato; Autonomia regionale e transazione politica”, di Benedetto Croce; Regionalismo, dello stesso Croce, Il problema delle autonomie, di Adolfo Omodeo.

Il testo è consigliabile a quanti, con buona volontà, vorranno mettere ordine nel confuso ed ingannevole sviluppo del dibattito federalista così come esso va articolandosi; inoltre, andrebbe regalato, a quei politici che spesso utilizzano il termine “federalismo” a sproposito.

L’inganno federalista è, dunque, contemporaneamente, lucida analisi e preziosa testimonianza su un tema assai attuale al quale, in questi ultimi anni, pochissimi uomini - politici e non - hanno impegnato la loro intelligenza.

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