L’abusivismo e il rispetto delle regole

Gianni De Falco, direttore Ires Campania.

 Anno domini 2000 le otto torri del Villaggio Coppola vanno giù dopo decenni di ricorsi e provvedimenti straordinari. Una vittoria della legalità. Al tempo Massimo Scalia, presidente della Commissione d’inchiesta sui rifiuti, dichiarò «Il clima è cambiato: il ripristino della legalità è la condizione per uno sviluppo senza collusione con la criminalità organizzata». Dieci anni dopo il clima è cambiato, per decreto.

Una leggina ad hoc, varata dal Governo Berlusconi per superare i veti dei tecnici dei Ministeri dell'ambiente e dell'interno, per rilanciare l'abusivismo, sospendere gli abbattimenti e confermare la promessa elettorale del neopresidente Caldoro per la regione d'Italia con il territorio più devastato dagli scempi edilizi.

Un problema particolarmente sentito, quello dei condoni, da parte dello stesso Berlusconi e di diversi parlamentari campani, tanto che già nel 2003 quando la Giunta guidata dal centrosinistra approvò una delibera contro la sanatoria, il Governo chiese l'intervento della Corte costituzionale per conflitto tra poteri. La consulta diede ragione allo Stato e Bassolino fu costretto a far marcia indietro, ma con una nuova legge, del 2004, si riservò gli abbattimenti nelle aree vincolate. Ora tutto è rimesso in discussione.

«Plasticamente - spiega Buonomo, presidente di Legambiente - il numero di abusi è pari a una città come Caserta. Una nuova apertura (dei termini del condono, ndr) ridarebbe fiato alle ecomafie. Ricordiamo che la maggior parte delle costruzioni illegali vengono realizzati da società in rapporto con la camorra».

In Campania l'abusivismo edilizio ha assunto proporzioni enormi, giungendo ad assumere una rilevanza sociale ai limiti dell'ordinarietà. Questo malcostume ha danneggiato e continua a danneggiare l'economia, il paesaggio e la cultura della legalità e del rispetto delle regole. In dieci anni sono state realizzate 60mila case abusive, alla media di 6mila ogni anno, 16 al giorno. Questa la dimensione del fenomeno.

Firmatari del provvedimento, presentato il 17 febbraio scorso ed approvato il 23 aprile, i senatori Sarro, Nespoli, Fasano, Izzo, Giuliano, Vetrella, Compagna, Calabrò, Lauro, Pontone, De Gregorio, Esposito, Coronella e Sibilia. Tutti campani.

Il neogovernatore Caldoro, ancora senza Governo, abdicando al proprio ruolo istituzionale e rinunciando, di fatto, all’autonomia amministrativa (altro che federalismo) si affida all’intervento dell’esecutivo nazionale che da’ il via libera al nuovo sacco edilizio della camorra. Uno schiaffo alla giustizia che cancella le sentenze che consentivano le demolizioni.

E sono tantissime. Trentamila demolizioni previste, dalla Procura Generale, nel solo distretto di Napoli. Circa sessantamila in tutta la Campania. Secondo il decreto si potranno demolire soltanto le strutture abusive posteriori al 2003, molte delle quali, però, non sono ancora giunte all’ultimo grado di giudizio.

Nei prossimi giorni, per esempio, ai Camaldoli rischia di saltare la demolizione di una beauty farm del potente clan Polverino. Per salvarla, utilizzando il decreto, sarà sufficiente uno stratagemma: infilarci qualcuno che dichiara di non avere altra casa in cui abitare.

Sull’isola d’Ischia i carabinieri hanno sequestrato immobili per 4.500 metri quadrati e 11 milioni di euro, denunciando 51 persone per abusivismo edilizio. A Forio d'Ischia e Casamicciola sono state realizzate due caserme abusive, due clamorosi esempi di illeciti in atto da parte di organi statali che invece dovrebbero essere garanti del rispetto delle normative nel rispetto dei cittadini. A Sant’Antimo, è stata abbattuta una villa da 800 metri quadri. Non certo una stamberga costruita per necessità. Se non bastasse, era priva di cemento armato perché – venuta su come un fungo – era costruita con acqua sabbia e polvere. A Sant’Antonio Abate, è stata demolita una mansarda di 400 metri quadri realizzata dalla società Ipol e poi affittata all’hotel La Sonrisa. A difendere la Ipol che ha realizzato molti altri manufatti ‘regolarmente’ abusivi, in una valanga di ricorsi e contro-ricorsi, un avvocato napoletano tale Carlo Sarro.

Parliamo dello stesso Sarro, parlamentare del Pdl, firmatario del disegno di legge, approvato dal Governo, con il quale si bloccano le ruspe e si autorizza, di fatto, una nuova sanatoria? Ebbene si. Curioso. Poi diciamo che il Cavaliere ha conflitti di interesse…

Il Procuratore generale, Vincenzo Galgano, è estremamente chiaro «Questo è il Paese in cui bisogna adattarsi a tutto. Molte cose che vengono fatte in spregio delle regole vengono poi protette, non è una novità. Così si demolisce il nostro lavoro». Altro che case abusive. L'argomento abbattimenti fu oggetto di uno specifico incontro con il sottosegretario Gianni Letta: «Mi limitai a rappresentare la situazione e la necessità da parte nostra di dover dar corso ed eseguire le sentenze definitive - spiega ancora il Procuratore - il sottosegretario con grande cortesia prese atto delle mie parole e ci salutammo».

Stesso referente anche per Caldoro, che però, appellandosi anche al premier (notoriamente rispettoso delle regole e delle istituzioni statuali), è riuscito a portare a casa il blocco delle demolizioni. Potenza del voto, delle promesse elettorali e, ahimè, del risultato…

Il Consiglio Superiore della Magistratura aveva annunciato di voler adottare su scala nazionale il "Protocollo Napoli".

«Questa iniziativa – dichiara Ugo Leone, Presidente dell’Ente Parco nazionale del Vesuvio - vanifica tutti gli sforzi che stiamo facendo e che hanno portato alla firma di un protocollo d'intesa con l'assessore all'Urbanistica della Regione Campania per procedere alla realizzazione, in comune, di abbattimenti dichiarati abusivi nei 13 comuni del Parco». Il decreto, aggiunge fra l'altro, «vanifica anche un'intesa che stavamo raggiungendo con la Procura Generale di Napoli, per quel che riguarda le opere dichiarate abusive con sentenza passata in giudicato». Nel merito del decreto aggiunge: «Quel che è peggio è che si dà un segnale negativo: mentre l'abbattimento è un deterrente per chi vuole continuare a costruire abusivamente, questo continuo ricorso ai condoni, perché di condono si tratta, è un incentivo a continuare nel mancato rispetto della legge perché tanto prima o poi arriva una sanatoria».

Se si affermasse la cultura del condono berlusconiano, che di fatto questo provvedimento prefigura riaprendo i termini per le domande, questo si aggiungerebbe al devastante Piano casa regionale (e quello della Campania, pur varato dalla Giunta di centrosinistra, è probabilmente il peggiore) e al Piano casa che il Governo sta preparando.

Colate di cemento contro ogni regola urbanistica e di buon senso, su un territorio imbruttito, pressoché saturo e a rischio.

Bisogna che i cittadini, compresi i nostri governanti, si rendano conto che l'interesse di tutti è che le regole siano rispettate. Ma qualcuno, purtroppo, non vuole capirlo.

 

NotizieSindacali.com 26/04/2010

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