Governare il lifelong learnig

Bruno Schettini, (a cura di), Governare il lifelong learnig. Prospettive di educazione degli adulti, introduzione di Duccio Demetrio, 
Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 2009, € 27,00.

schettini_tIl volume pubblicato dalla ESI e curato da Bruno Schettini ha un doppio pregio: da un lato colma un vuoto nella pubblicistica sui temi dedicati all’apprendimento permanente, in un’ottica poco praticata del fare rete e integrazione tra i soggetti istituzionali dell’offerta di istruzione e di formazione con gli attori sociali, con il mondo della domanda e dei bisogni emergenti sul mercato (non solo del lavoro e delle imprese,ma anche delle persone e del terzo settore).
Dall’altro, offre una visione multiculturale e multidisciplinare all’educazione lungo tutto il corso della vita (ricordando il titolo di una precedente fatica dello stesso schettini), grazie all’apporto ed ai contributi – alcuni di alto valore scientifico – offerti da esperti e competenti provenienti dai vari campi del sapere, del mondo accademico, ma anche sociale e produttivo.

Si tratta di una delle poche occasioni in cui viene superata quella divisione di natura gentiliana che tende a separare i saperi umanistici, considerati alti (offerti dall’istruzione fino all’università), rispetto a quelli considerati minori offerti dalla formazione continua e professionale.

Non a caso, nella sua introduzione al volume, il prof. Bruno Schettini (uno dei pochi profeti dell’educazione permanente rimasti in giro nel nostro Paese, docente di Pedagogia sociale SUN): “Comprendere perciò che quanto dobbiamo continuare a chiamare EDA è una delle tante vie all’educazione nel corso della vita ci obbliga alla messa in crisi di alcuni vizi di onnipotenza: non solo verbale dinanzi al mercato sempre più abbondante di offerte formative universitarie, tutoriali, a distanza, locali, volontaristiche. Insomma, oggi siamo entrati nel tempo di un’EDA perfusiva ed invasiva, che si avvale, come mai prima era accaduto, di tecniche più che di emancipazione, di esplicita seduzione a livello di mercato (estetica, curativa, edonistica, ecc.); rispetto alla quale manchiamo di pratiche e di teorie non ad esse romanticamente alternative (poiché sono i consumatori ad essere sedotti) , bensì capaci di aiutare gli utenti a differenziare quanto tra le congerie di merci e prodotti scontati o meno abbia ancora un qualche valore effettivamente educativo. E non invece ricreativo, sedativo, conviviale”.

A sottolineare il carattere non solo di “servizio” dell’EDA, è emblematico un altro passaggio che qui riportiamo: “La vita continua ad essere la vera e grande educatrice, poiché vivendo e sopravvivendo apprendi limiti, finitezze, decadenze, successi ed insuccessi. Impari da lei come essere meno infelice, e non ci sono scuole di sorta per imparare a vivere meglio. Allo stesso tempo, la vita è anche amorale, se non si interpone alla caoticità che la connota  qualche filtro etico-morale, qualche ideale”.

Il volume è arricchito da una dotta introduzione di Duccio Demetrio, dal titolo significativo: “Quell’educazione degli adulti che non vogliamo vedere”, e si compone di quattro parti: nella prima vengono indicate le prospettive attraverso cui realizzare un moderno governo ed una efficace capacità di gestione del lifelong learning, in coerenza con gli indirizzi più avanzati a livello comunitario  (su cui si soffermano i contributi dello stesso Schettini e di Filippo Toriello); nella seconda vengono analizzati i processi e le metodologie  di apprendimento in età adulta, con gli interventi di Assunta Aiello, Giorgio Caviglia e Paola Pinto, Angela Gionti e Valentina Giugliano); nella terza parte si analizzano i contesti attraverso cui fare rete ed integrazione tra i percorsi di istruzione e formazione continua, tra università e politiche attive del lavoro, su cui si soffermano Maria Grazia Calise, Pasquale Iorio (che in particolare ci aggiorna sulle nuove opportunità offerte dai fondi paritetici interprofessionali), Paolo Landri e Luigia Melillo. Infine, nella quarta parte vengono approfonditi gli “ambiti” per favorire processi di apprendimento volti alla crescita di una cultura della cittadinanza e della partecipazione responsabile  (dal lifelong al lifewide learning: dall’ambiente all’interculturalità, dal benessere alla qualità della vita e della salute delle persone, in un’ottica di coesione sociale fondata sulla legalità e sulla convivenza tra culture e religioni diverse), approfonditi dai contributi di Filippo Toriello,Pietro Montesano, Annamaria La Penna e Giammichele Abbate).
In questi saggi si può trovare una vera e propria miniera, una bussola per chi vuole navigare e conoscere i vari campi del sapere per una moderna cultura dell’apprendimento e dello sviluppo umano. È quindi una lettura utile non solo per gli specialisti del settore, ma anche per i disciplinaristi di altra sponda e per tutte le persone che ancora hanno a cuore uno dei temi decisivi per il futuro delle nuove generazioni.

 Pasquale Iorio

Napoli, 22 febbraio 2010

Cerca nel sito

Incontri

Fut Rem

 

.

 

Chi è online

 19 visitatori online