L’urbanistica asservita della giunta De Magistris.

Giovedi 10 luglio, nella sala Nugnes del Comune di Napoli in via Verdi l’Assise Cittadina per Bagnoli ed Italia Nostra hanno organizzato un dibattito su “La riqualificazione di Bagnoli tra fallimento e speculazione”. L’Assise e Italia Nostra chiedono che nessun accordo su Bagnoli debba essere firmato senza una giusta e corretta informazione e democratica partecipazione dei cittadini.

L’intento è quello di costruire un’azione a difesa degli interessi pubblici nell’area occidentale di Napoli. Chiamano a raccolta tutte quelle forze che in questi anni si sono impegnate per mantenere viva una riflessione critica e per il recupero sociale del territorio.

Gli avvenimenti dell’ultimo anno (l’incendio di Città della Scienza e la discussione sulla sua ricostruzione, il sequestro delle ex aree Italsider-Eternit ed il processo per mancata bonifica, il fallimento della Bagnoli Futura SpA; ma anche la dismissione dell’ex area Nato e gli esiti della procedura fallimentare dello Zoo e del parco giochi Edenlandia) hanno drammaticamente portato al pettine vecchi nodi, legati ad ambiguità e compromessi operati dalle amministrazioni degli ultimi vent’anni.

In particolare accusano la Giunta De Magistris di incapacità e negligenza nell’impostazione di una nuova politica, fondata sul rilancio della partecipazione popolare, l’individuazione di strumenti attuativi più efficaci e democratici per l’area di Bagnoli.

La giunta è accusata di aver realizzati interventi tardivi e contraddittori favorendo l’attacco frontale che Fintecna, i costruttori napoletani ed altri soggetti politico-affaristi portano contro quegli obiettivi d’interesse pubblico sanciti dalla Variante per la zona occidentale e dal Piano urbanistico attuativo (PUA).

Torna a far capolino la cosiddetta urbanistica dei promotori di antica memoria per chi da anni si occupa dei problemi del territorio napoletano e che fu provvisoriamente accantonata dall’intervento politico-progettuale di Vezio De Lucia.

è significativo che ciò accada. Il vuoto istituzionale della giunta De Magistris viene sostanzialmente occupato da chiunque sia in grado di proporre un qualsivoglia progetto che abbia un benché minimo contenuto (seppure illusionistico). Proposte che crollano alle prime osservazioni di merito: progetti di contenitori più che di contenuti.

Alla prova dei fatti l’urbanistica dei promotori torna a riproporsi; evidentemente, significa che quella spinta propulsiva, oramai datata a vent’anni fa (1994), è scemata e ci troviamo di fronte ad un nuovo, quanto preoccupante, vuoto istituzionale testimoniato dalla totale assenza di politiche di indirizzo di questa giunta.

Nel corso del dibattito è intervenuto l’assessore all’urbanistica Piscopo, che ha chiarito, finalmente, il ruolo suo e dell’assessorato che rappresenta: «siamo completamente asserviti alle scelte e alle logiche che altri soggetti vorranno proporre e adottare in ragione della tutela della sanità e della sicurezza pubblica». Non avevamo alcun dubbio. Questa scelta è stata tenacemente perseguita da Piscopo fin dal primo giorno del conferimento dell’incarico. Un utilissimo personaggio per la “ricetta” dei promotori.

I contenuti del suo intervento rappresentano la fedele testimonianza di questa condizione: dice tutto ed il contrario di tutto, non conferma le preoccupate ipotesi di ricostruzione di Città della Scienza ma non le smentisce. La ricostruzione della Città della Scienza nello stesso luogo continuerà a spaccare in due il meraviglioso percorso naturalistico di spiaggia continua  che – eliminata l’orrenda e tossica colmata a mare – da Coroglio arriva fino a Pozzuoli: uno scenario naturalistico di incomparabile bellezza. Non spiega neanche perché per venire a conoscenza dell’accordo di programma abbiamo dovuto attendere la sua pubblicazione sul Burc.

Parla di strumenti ed interventi di urbanistica offrendo la “sensazione” di non sapere di cosa stia parlando, mescolando tecniche e metodi, varianti, PUA e PRG in un coacervo di ragionamento confuso ed irreale. L’azzeccagarbugli di manzoniana memoria non avrebbe potuto far meglio.

Una situazione dannosa per la città che utilmente lascia campo libero ai promotori, ai mattonari, ai poteri forti che spesso hanno vinto ed imposto le loro volontà ed i propri interessi ai danni della comunità.

L’unica spiegazione plausibile è che la realizzazione di Città della Scienza sulla spiaggia, nobilmente motivata in nome della “Scienza”, della “Cultura” e del “Lavoro” e per questo appoggiata e sostenuta dai poteri  forti  e dalle Istituzioni locali e nazionali  serve, in realtà, per realizzare il sacco edilizio dell’area della bonifica adiacente al mare, che oggi non si riesce a vendere e che diventa preziosissima ed ambitissima se cementificabile fino alla battigia.

La realizzazione di Città della Scienza sulla spiaggia apre perciò inquietanti interrogativi sugli interessi possibili sottesi all’incendio: cancellare il vincolo del piano regolatore della sua eliminazione per rendere definitiva la sua allocazione sulla spiaggia per attrarre  grandi risorse per la sua ricostruzione e gestione, in ben nota difficoltà prima dell’incendio.

Questi dubbi  potrebbero essere cancellati se, e solo se, si faranno corrette scelte per la sua ricostruzione, diversamente appare chiaro che si commetterebbe un delitto ben più grave dell’incendio che la  distrusse.

Restiamo quindi profondamente sconcertati dell’accordo di programma sottoscritto e dal percorso mediatico, politico, istituzionale attivato e deciso in poche stanze  contando sul «totale asservimento» - come affermato dall’assessore - delle politiche urbanistiche cittadine. Il fatto è di una gravità enorme perché esautora, di fatto, qualsiasi percorso di democrazia partecipata.

Il difficile contesto politico nazionale e locale, la situazione economica, la disillusione dei cittadini, giocano a favore di questo assalto speculativo. Rimaniamo fermamente convinti, invece, che la riqualificazione di Bagnoli (e della città) costituisca una sfida che le forze democratiche non possono permettersi di perdere.

Appare dunque fondamentale che ai promotori della “nuova” urbanistica di ieri e di oggi si sostituiscano i cittadini portatori di esigenze e di bisogni, ma anche di idee e di proposte.

 

Gianni De Falco

Coordinatore generale Ires Campania.

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