Elezioni Regionali, il candidato del PD

Paolo Giugliano

 

Le note apparse su Repubblica circa l'opportunità di procedere con tempestività, da parte del PD, alla scelta del candidato che dovrà rappresentare il partito o la coalizione di centro sinistra, alle prossime elezioni Regionali, meritano l'apertura di un dibattito che riguardi i tempi della selezione, i metodi da utilizzare e le caratteristiche che deve possedere chi sarà indicato. Circa il primo punto credo si possa concordare  sul l’opportunità di pervenire tempestivamente alla identificazione di chi dovrà essere chiamato a rappresentare il centro sinistra. Certamente la tempestività della scelta, più che essere una novità, rappresenta una necessità assoluta perché, in un momento di caos dei  partiti e di  totale sfiducia verso una classe dirigente che indubbiamente ha fatto " di tutto e di più ", il cittadino, deve ricominciare a credere nella politica. Per tornare ad interessarsi di politica egli ha, oggi, bisogno ,di sapere e non superficialmente, con chi ha a che fare, e di che pasta è fatto il candidato. L'elettore ha necessità di conoscere il suo rappresentante ed ha bisogno di sapere, dettagliatamente,  i programmi che questi intende portare avanti perché,chi vota, conosce, per esperienza diretta, che le progettualità enunciate in campagna elettorale, abitualmente si esauriscono in " graziose" affermazioni di principio mai esplicitando modi e mezzi per attuarle. Una scelta tempestiva ed accurata, offre la possibilità che un contatto diretto e ripetuto possa motivare di nuovo chi ha fatto della sfiducia il suo credo.

Più difficile è indicare le modalità della scelta. Le perplessità  che esprime Santangelo sulle primarie, pur non essendo prive di ragionevoli considerazioni, sono computate da un incontrovertibile dato: esse rappresentano il " meno peggio ". Può essere vero, come sostiene  Gabriel Laub, che " in un regime totalitario gli idioti ottengono il potere con la violenza mentre in democrazia essi vengono nominati con libere elezioni " ma è certamente vero, come ha detto Winston Churchill, che " la democrazia è la peggiore forma di governo, eccezion fatta per tutte le altre forme che si sono sperimentate finora ". Le primarie permettono, comunque, a chi lo voglia, di esprimere il proprio parere su questo o quel nome laddove le indicazioni provenienti dalle segreterie soffrono, inevitabilmente, di simpatie, di rapporti di forza o di compromessi. Una cosa, invece, sarebbe da evitare ( ed in questo concordo con l 'articolista di Repubblica ): far scendere in campo il segretario o i membri della segreteria. L'esperienza Renzi dimostra che la compenetrazione dei ruoli porta, di necessità, a far prevalere quello in grado di raggiungere meglio e più rapidamente, il risultato che si vuole ottenere. Basti pensare alla riforma costituzionale del Senato per rendersi conto che la logica, le leggi e la correttezza istituzionale, avrebbero dovuto spingere il Presidente del consiglio ad utilizzare il meccanismo della"proposta di legge" ( quale segretario del PD )e non quella del "disegno di legge"  (quale  capo del Governo ) In considerazione che è il Parlamento  l'organo legislativo ante litteram. Renzi, convinto com’è che  "fare in fretta sia sempre sinonimo di fare bene"  avvalendosi del doppio ruolo, ha preferito presentare la modifica del Senato come Presidente del Consiglio. Ciò gli consente di ricorrere a quei meccanismi regolamentari che permettono al governo di limitare il potere ostativo delle opposizioni  e, strangolando il dibattito, imporre modifiche che, verosimilmente, avrebbero richiesto una più ampia discussione ed una più attenta riflessione.

Va bene far presto, vanno bene le primarie, no al doppio incarico, ma quali caratteristiche deve possedere il candidato? Un volto fresco che abbia intelligenza, volontà e non sia privo di esperienza; un volto che non sappia di stantio e di deja vu; un volto che non sia pescato dal cappello a cilindro  del prestigiatore di turno  ma che non venga distrutto se ha pregresse e lecite  frequentazioni; un volto che esprima energia ed abbia una ragionevole fermezza nel portare avanti i programmi che ha concordato con gli elettori; un volto che esprima salute fisica perché anche ( forse soprattutto ) quella è necessaria per cercare di remare in questo mare di guai nel quale versa la nostra Regione; un volto che esprima simpatia  e se è quello di una donna: meglio  .

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