L’uso distorto dei permessi sindacali da parte dei VVUU

Paolo Giugliano

 

Gentile direttore,

fondando sulla sua consueta disponibilità vorrei svolgere alcune considerazioni sull’uso distorto dei permessi sindacali da parte dei vigili urbani  di cui parte della stampa napoletana si sta occupando molto in questi giorni.

Le denunce pubbliche partano da fatti già noti e dalla  denuncia in proposito fatta da Gennaro Martinelli ex segretario provinciale della Funzione Pubblica CGIL e giungono alla conclusione che siamo al declino del sindacato, al sindacato casta irrimediabilmente avviato all’ insignificanza sociale e delineando così una situazione senza via d’uscita. Eppure una via d’uscita è possibile. Per percorrerla serve innanzitutto un analisi severa e rigorosa di quello che è accaduto senza demonizzazioni ed autoassoluzioni, affrontando con fermezza e tempestività la complicata situazione con la quale ci si confronta mandando segnali chiari e inequivoci. Il tema vero è quello del rinnovamento e dell’autoriforma del sindacato ma per affrontarlo con serenità bisogna far piena luce sulla questione dei permessi sindacali sapendo che essi vengono richiesti ma devono essere concessi e quindi gli errori commessi di accondiscendenza, superficialità o altro  vanno ricercati in tutte le direzioni. A questo proposito non serve come si afferma da parte di qualcuno  “ Lo sguardo della Magistratura”  (danno all’erario?) sarebbe un precedente pericolosissimo. Si potrebbe invece, una volta accertata l’esatta dimensione del fenomeno, concordare un’equa sanzione a carico delle organizzazione e dei singoli coinvolti e la riduzione programmata del monte permessi sindacali corrispondenti a quelli impropriamente utilizzati. Soluzione Machiavellica? Semplice riduzione del danno? E’ un tentativo di uscire dalla palude in maniera equilibrata mettendoci  la faccia. 

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