Sul processo Bonifica di Bagnoli

Paolo Giugliano (PG è anche presidente dell'Associazione Mai Più Amianto).

 

Carissimo Direttore,

Reinvio questa mia lettera sul processo Bonifica di Bagnoli, anche per contribuire a squarciare il velo di silenzio su una vicenda che sembra non interessare molto l’opinione pubblica.

il 3 aprile è iniziato il processo per la mancata bonifica di Bagnoli, contro 19 dirigenti di Bagnolifutura, dell'Arpac (Agenzia Regionale per l'ambiente della Campania) e del Ministero dell'Ambiente.

I capi di accusa sono molto gravi e vanno dal disastro ambientale alla truffa. Gli imputati non solo non hanno speso i soldi per la bonifica, ma con il loro comportamento addirittura  aggravato la situazione che dovevano risolvere.

 Il processo è nato dalla denuncia dei familiari di una donna di Cavaleggeri d'Aosta, morta per un cancro al polmone, attribuito all'inquinamento altissimo dell'ex area industriale di Bagnoli (Eternit, Cementir e Italsider).

 L'Associazione mai più amianto, nata nel 2011 per assistere e tutelare i familiari delle vittime Eternit , morte per esposizione all'amianto, si è costituita parte civile nel processo in corso. Si spera che dal processo emerga la verità sul nesso tra mancata bonifica e le conseguenze sulla salute dei cittadini, in riferimento al rischio amianto. Del resto c’è già  la positiva sentenza d'appello del processo Eternit che ha inserito Bagnoli fra le aree a disastro ambientale perché la bonifica era stata parziale.

  1. processo svolto e quello in corso incrociano i fallimenti ventennali della politica nell'area ex industriale. Bagnoli è oggi il luogo del "non più e non ancora", non più area industriale, non ancora area di benessere e di sviluppo. I magistrati sequestrando l'area hanno elencato una serie di prescrizioni in modo che il processo non costituisse un ulteriore fattore di blocco della bonifica.

Il Sindaco di Napoli con propria ordinanza ha ingiunto a Fintecna di rimuovere la colmata a mare, a Caltagirone di bonificare l'area Cementir e a Città della Scienza di produrre la documentazione attestante la messa in sicurezza dell'area su cui insiste. Questa ordinanza, pur avendo diversi limiti, ha il merito di chiudere il dibattito su alcune annose questione e stabilisce  il principio che chi inquina paga. Un principio che andrebbe affermato sempre.Prescrizioni dei giudici, ordinanza sindacale, protocolli d'intesa su ricostruzione di Città della Scienza e bonifica di Bagnoli possono essere un'iniezione di fiducia per gli abitanti di Bagnoli, che aspettano da 20 anni di capire quale sarà il futuro di un'area che ha una linea di costa tra le più belle d'Italia.

A questo punto serve anche un iniziativa  più puntuale e attenta di forze sociali,associazioni, movimenti perché i vari soggetti chiamati in causa facciano la loro parte.

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