La forma dell’acqua: la Città Metropolitana.

Paolo Giugliano (presidente), Giovanni De Falco (coordinatore generale), IRES Campania.

 

Gerardo Mazziotti nella sua rubrica del 28 ottobre ripropone il tema della Città metropolitana con l’antica ricetta della Grande Napoli citando i vari Compagna, Piccinato, Pane, Cosenza e Servidio certamente fini intellettuali ma di altra epoca storica.

Oggi i problemi posti dalla nuova città metropolitana richiedono nuove intese, nuovi rapporti e nuove collaborazioni tra gli interessi locali in una visione che ricerca nuovi equilibri e nuovi poteri.

L’Ires Campania, Istituto Ricerche Economiche e Sociali, in un suo recente studio, propone un sistema urbano articolato tra forme di concentrazione ed “integrazione reticolare”, legate a fattori di territorialità con la realizzazione di differenti livelli di relazioni e di gerarchie tra regione e Città metropolitana.

Ma non se ne discute più, l’istituzione della Città Metropolitana pare essersi mummificata attorno ai poteri, alle poltrone, alle gestioni.

La vecchia cultura ‘Metropolitana’, sviluppatasi negli anni scorsi, è stata lasciata cadere per inerzia e per manifesta incapacità politica nell’affrontare il trauma del rimescolamento delle carte che era implicito nella costituzione di una nuova struttura istituzionale.

Tuttavia il tema va assolutamente ripreso, poiché, come è chiaramente emerso nella gestione di una serie di problemi, senza la definizione di un ambito che tenga conto dei confini delle nuove comunità sociali ed economiche si può fare ben poco, tenendo conto che il dibattito su queste questioni riguarda tutti e non solo urbanisti ed architetti.

Il problema del rinnovamento delle istituzioni territoriali va affrontato e risolto, così come è stato fatto nel caso di tutte le grandi città (Londra e Parigi, per fare due esempi) che hanno un sistema unitario in cui prevale l’identità storica come momento conglomerante, mentre il territorio è suddiviso in una serie di municipalità più o meno tutte con lo stesso peso.

Il progetto Ires prende a riferimento vari sistemi locali: il sistema sanitario nella sua ordinarietà, quello scolastico, quello stesso del lavoro, dei trasporti e così via delineando aree di fruizione che autonomamente definiscono i confini che sarebbero necessari a un potere di coordinamento, ma che già esistono come sistema di fruizione integrata.

Nel progetto Ires, a differenza di quanto suggerisce Mazziotti con le sue 84 (?) municipalità frutto della sommatoria pura e semplice dei comuni esistenti, le Municipalità definite con i criteri prima indicati sono trentasei e gestite attraverso sette Distretti metropolitani con un risparmio sui soli costi della politica per circa 17milioni di euro da reinvestire, per esempio, per un nuovo sistema di welfare ed alimentando, possibilmente, anche un nuovo sviluppo locale ed occupazionale. Presenteremo la nostra idea progettuale nei prossimi giorni e ne discuteremo pubblicamente con Mazziotti e con chiunque voglia farlo.

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