Una riflessione di Paolo Giugliano sugli incidenti di Fuorigrotta

 

 

di Paolo Giugliano

 

Il Consiglio comunale ha bocciato un ordine del giorno presentato dalla destra nel quale si proponeva la costituzione di parte civile della città di Napoli nel processo contro i colpevoli degli incidenti accaduti a Napoli durante la presenza del segretario della Lega Nord Matteo Salvini.

In quella occasione sono rimasti feriti, per fortuna lievemente, 30 agenti di polizia e, di contro, nessun dimostrante ha fatto ricorso a cure mediche; segno di una condotta accorta delle forze dell’ordine che hanno evitato cariche, cercando di disperdere i manifestanti solo con l’uso degli idranti.

Il Sindaco De Magistris ha motivato la bocciatura dicendo che così si sono evitate strumentalizzazioni e commistioni fra l’ordine del giorno della destra e la delibera “Napoli città di pace e di giustizia” in discussione nella stessa seduta.

Sfugge la strumentalizzazione della quale parla il Sindaco, anche se ci fosse stata poteva essere evitata con un ordine del giorno presentato dalla maggioranza consiliare, di contenuto analogo a quello della destra. Inoltre, i manifestanti durante gli incidenti hanno divelto segnali stradali, danneggiato aiuole e panchine, incendiato cassonetti dei rifiuti, tutte cose che giustificano ampiamente il ricorso alla costituzione di parte civile come parte lesa nei fatti in questione.

Luigi De Magistris non è stato eletto solo dai centri sociali e per questo deve esprimere pensieri ed avere comportamenti mediati e non minoritari. Napoli è una città politicamente evoluta che sa distinguere bene il grano della libertà di espressione dal loglio della violenza.

Il Sindaco quindi può correggere l’errore commesso dal Consiglio proponendo un ordine del giorno che affermi la volontà del Comune di costituirsi parte civile, esprimere solidarietà ed apprezzamento alle forze dell’ordine, riaffermare il carattere di una città aperta ed accogliente per cultura, storia, natura e tradizioni. Così facendo si metterà in sintonia con il sentire comune dei napoletani e allenterà la morsa che si è stretta attorno a lui, individuato come “il cattivo maestro“ dei facinorosi di Fuorigrotta.

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