Ecco il Sud che combatte. Mezzogiorno in progress?

Pubblichiamo l'articolo del dott. Antonio Corvino, direttore OBI, apparso oggi (4.2.2020) sul

Nuovo Quotidiano di Puglia 

 

Il Mezzogiorno, Cos’è? 

 

Terra di rimorsi o di rimpianti, di occasioni perdute o sprecate? Landa desolata e senza speranza, Vandea buona per rancori da contrapporre ad altri rancori? Terra di revanscismi borbonici da innalzare contro le bandiere nordiste? 

Oppure un pezzo d’Italia alla deriva, in via di spopolamento, con i giovani che scappano e gli anziani che magari ci pensano anch’essi? Avamposto di un medio evo in agguato? 

Niente di tutto questo. Per noi è un cantiere in progress! Un grande cantiere in progress. 

Certo i numeri e le analisi lasciano perplessi e, talora, spaventano! Prendete i giovani. A decine di migliaia se ne vanno ogni anno, lasciando ferite profonde ed anche vuoti incolmabili. Guardate le nascite. Al nord ci hanno superato e non è che lì siano proprio super! Tra qualche decennio il rischio è che si debbano percorrere molti chilometri ed attraversare molti territori per incontrare una bella città, e dinamica. O anche un paese allegro e festoso. E lo sviluppo? Sottoterra da centosessanta anni e passa! La ricchezza a disposizione dei suoi cittadini è da sempre la metà di quella del nord. Non parliamo dell’occupazione! Dovremmo metterci le mani nei capelli per la disoccupazione! 

E allora? Beh, guardate i ragazzi che si inventano un mestiere e in un anno incantano 150.000 viaggiatori da tutto il mondo sulla Sila! Guardate gli imprenditori che risorgono come L’araba fenice! La globalizzazione ci ha portato via il lavoro e le fabbriche? E noi ricominciamo più forti di prima! E più bravi! In puglia e nel Salento, anche. Come in tutto il Mezzogiorno. Osservate le cantine ed i frantoi e la biodiversità. Guardate quei ragazzi che in Sardegna si sono inventati una moneta virtuale! Si sa che nel Mezzogiorno il credito è un problema e loro lo hanno risolto o comunque lo hanno affrontato! Mettendo insieme le imprese e mettendo in comune i loro crediti e compensandoli con le forniture ed i lavori reciproci o incrociati. 

La sfortuna ci azzanna e ci rovina la vita? E loro testardi si mettono di buzzo buono, sulla loro sedia da paraplegici, e dicono no, la mia vita è solo cambiata. E vi faccio sentire come suona la mia Titina, la tromba innamorata, che non avrei dovuto più guardare e, con il nostro esempio ed aiuto, diamo una speranza a chi non ci credeva più! 

La gente va via e abbandona la sua terra? Una ragazza in Basilicata si mette sulle tracce di quei Borghi e li rianima e l’enciclopedia Treccani inventa una parola nuova, abbandonologa, per lei! 

E dove le mettiamo le imprese leader nel mondo, nella diagnostica ferroviaria, nella digitalizzazione che si incunea sin nella Murgia dove nasce la Murgia Valley. E la meccatronica? L’automotive? E l’abbigliamento, una volta distrutto ed ora di nuovo che mostra i suoi muscoli, dimagrito, ma ben in linea? In Sardegna prendono le giacche, i corpetti e i pantaloni dei pastori e li fanno diventare un must! In Salento un imprenditore calzaturiero prende il sogno di famiglia, quando tutto sembrava perso e lo reinventa conquistando il mondo ed anche la stima e l’apprezzamento! E l’aerospazio? In prima linea in Italia e nel mondo, con tutti i problemi, ma è lì. E le grandi imprese che faticano ma 

non demordono? Cambia il mondo e loro accettano la sfida! Tra mille intoppi, inutili ed assurdi talora anche. E le medie imprese e le piccole che, tutti a dire, no, non è possibile, senza logistica senza porti, senza sapere e conoscenza! Ed invece stanno lì a combattere ed a vincere anche se devono fare mille chilometri in più dei loro concorrenti! 

E allora, che fare? Molto! C’è molto da fare. 

Ma il Mezzogiorno può, anzi deve, partire da qui. Dice, ma sono delle eccezioni, sia pure di grande pregio ed eccellenza! Ed anche storie da far venire i lucciconi agli occhi! Ecco appunto! Creiamo le condizioni perché intorno ad esse nasca il tessuto, la rete, la società adulta e responsabile, arrivino i numeri e la mentalità giusta e finalmente si sfati la credenza che non ci sia niente da fare. 

C’è tanto da fare. Dobbiamo creare la ragnatela della logistica, con ferrovie, ponti, porti, aeroporti e strade e autostrade ben connesse per imporre il Mezzogiorno come la piattaforma del Mediterranei. È tempo di creare una società responsabile. E solidale. Si può. Non è solo questione di soldi! È questione di volontà! Di progetti! Soprattutto. 

Dobbiamo creare un polo bancario al sud! Anche. Ed impedire che si prenda le mosse dalle difficoltà o dalle malefatte per buttare via bambino ed acqua sporca. Lo si fece, improvvidamente, per il banco di Napoli e per quello di Sicilia e per quello di Sardegna. E per altri istituti bancari ancora. Ed il Sud si ritrovò privo di banche e capacità decisionali. Non lo si faccia più. Il Mezzogiorno ha bisogno di credito e di capacità decisionale del posto, oltre che sul posto! 

E restituiamo alle università, alla ricerca ed alla conoscenza, alla scuola, il posto che compete loro. E puntiamo ai nuovi lavori. Basta lamentarsi che non c’è lavoro. Non c'è lavoro per le vecchie mansioni, mancano al contrario i lavori per le nuove conoscenze! L’intelligenza artificiale, la digitalizzazione, le tre d, l’energia nuova e futura, le connessioni di nuova generazione, la biodiversità, il mare ( il più grande deposito di nuovi lavori, ancora del tutto sconosciuto), tutta l’alta fascia del sapere, dei servizi, non solo alle imprese ma anche alle persone, e della produzione. Lá sopra non c’è globalizzazione che tenga. Possono sottrarti il lavoro solo se è di scarsa qualità e conoscenza! Dove c’è tanta qualità e conoscenza non ci può essere furto di lavoro o di aziende e tanto meno di futuro! 

E poi c’è il Mediterraneo! L’orizzonte oltre che la patria del Mezzogiorno. Dalla notte dei tempi ed anche per il futuro prossimo venturo. Ad una condizione, che l’Europa cambi paradigma! Non il modello a trazione Atlantica, o almeno non solo, sarà vincente nel primo secolo del terzo millennio, ma anche e soprattutto il modello a trazione mediterranea! Sulla direttrice Est-Ovest che parte dall’estremo Oriente e punta verso l’Occidente. Attraversa Suez ed incrocia il Mezzogiorno. Il Mezzogiorno faccia la sua parta, allora, e spinga il Paese e l’Europa in quella direzione, perché diventino operatori di pace in Africa e nel Medio Oriente. Un enorme bacino di popoli ci attende per una nuova stagione di sviluppo. 

Ed allora su le maniche e andiamo ad incominciare! 

Come? 

Partiamo con la prossima programmazione dei fondi europei! Un unico bel progetto strategico per il Mezzogiorno da finanziare tutti insieme, come fosse un’unica grande regione. Tutti, ma proprio 

tutti, senza distinzione di regioni o altro! Avendo come obiettivo quello di attrezzare il Mezzogiorno perché torni a navigare in mare aperto, con le piattaforme logistiche e le Zone Economiche Speciali ben integrate e attrezzate per attrarre investimenti e nuove risorse. Ed anche inventando una classe dirigente nuova di zecca! Basta con la gente che pensa di sfruttare e perpetuare le sue rendite di posizione in tutti i campi, politici, burocratici, amministrativi, professionali, ed a tutti i livelli e vuole solo continuare a prendere, senza mai dare. 

E poi ci aggiungiamo quel che manca. 

Se recuperi la fiducia non hai problemi finanziari. Vale per tutti. Vale anche per il Mezzogiorno. 

Su questi principi abbiamo messo su un progetto sotto forma di libro. Si chiama Mezzogiorno in Progress. Sottotitolo: non siamo meridionalisti. Né per passione né, tanto meno, per professione. Siamo meridionali, orgogliosamente meridionali, che credono nel Mezzogiorno. Sessanta uomini e donne. Trenta economisti, sociologi, statistici, intellettuali e trenta esponenti della realtà meridionale hanno varato questo libro-progetto, come un veliero. E pronti tutti insieme, come un equipaggio, a far navigare il Mezzogiorno. In un modo diverso. Siamo certi che c’è un popolo intero pronto a navigare con il Mezzogiorno. 

Allora buon vento Mezzogiorno! 

Antonio Corvino 

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