Ancora sulle risorse. Emarginare e contenere il Sud non porta allo sviluppo del Paese.

Ancora sulle risorse.

Emarginare e contenere il Sud non porta allo sviluppo del Paese.

Gianni De Falco, presidente Ires Campania.

 

Il sud si è reso conto in molte occasioni che del Nord non ci si può fidare. Ma non solo della Lega, che per molti anni ha fatto del “dai al terrone” il mantra della sua politica. Ma anche dei vari Sala, Gori che in sintonia con Bonaccini con lo slogan “facciamo ripartire la locomotiva” pensano ancora alla sola locomotiva del Nord con un accordo, nella conferenza Stato Regioni con Lombardia e Veneto, che più che politico è diventato territoriale, per emarginare e “contenere” le esigenze del Sud.

 

Il tema si propone da diversi anni e riguarda tutti i settori. Dalle Banche, letteralmente massacrate, basta ricordare il Banco di Napoli, le cui cosiddette sofferenze hanno portato all’azzeramento del suo valore patrimoniale e quindi all’eliminazione del patrimonio della sua Fondazione che lo possedeva. Tranne poi a scoprire che le sofferenze, garantite, sono state recuperate quasi integralmente.

Ma non solo il Banco, il tema ha riguardato tutto il sistema bancario meridionale, dalla Cassa di risparmio Vittorio Emanuele fino al Banco di Sicilia, che invece che essere salvato andava a salvare la Banca di Roma.

Anche nell’Università il discorso è analogo qui i criteri stabiliti sono tali per cui gli Atenei del Sud stanno sempre più diventando dei “super licei”, mentre la ricerca ed i relativi fondi prendono tutti la la strada degli atenei del Nord, per via di alcuni parametri su risultati, attività, brevetti e così via che sarebbero tutti da rivedere.

Perché questo approccio così penalizzante avvenga è necessario che qualcuno operativamente agisca, ma anche che vi sia un clima favorevole, vero o falso che sia, “costruito” prevalentemente dai media, monopolio del Nord sia nel settore della carta stampata che in quello televisivo.

E questi rappresentano interessi molto precisi offrendo spazi di comunicazione, al momento opportuno, a centri di ricerca e studi, conosciuti in parte, che manipolando la realtà dei fatti, fanno uscire dai numeri quello che vogliono. Il caso della gestione informativa sul Covid è da scuola, abbiamo scoperto di avere centinaia di laboratori, di infettivologi, di virologi ed esperti che hanno dissertato, informato, santificato su mascherine e distanza sociale (perché non sanitaria?) in maniera confusa, altamente tecnica (la gente andava terrorizzata non informata) e spesso in antitesi tra loro.

In questi anni l’informazione ha lavorato per dimostrare che il Sud ha avuto un mare di soldi che non si capisce dove sono finiti, evidentemente, si sottende, rubati dai malavitosi, e non solo, meridionali. Considerato che opere pubbliche non se ne vedono, si parli di alta velocità ferroviaria o di autostrade o di cantieri navali o di porti il risultato, e l’informazione, non cambia.

L’Unione Europea (e non solo) si è accorta che il gioco è truccato, che non si riesce a vedere gli effetti che ci si aspettava dall’utilizzo dei fondi strutturali. E ha svelato l’arcano. Non hanno avuto effetti adeguati poiché hanno sostenuto in gran parte spese per risorse ordinarie, per cui era naturale che non avessero effetti, non sono stati aggiuntivi ma sostitutivi (abbiamo sturato fogne ma non creato lavoro, occupazione e sviluppo).

Le conseguenze di tale scippo si sono già viste politicamente con la nascita del Movimento cinque stelle al grido dei meridionali “o mi sviluppi o mi mantieni”, non a caso il loro boom elettorale nel Mezzogiorno, e a seguito della delusione che ne è seguita (il risultato delle regionali è fin troppo evidente riducendo il peso del M5s a solo un terzo rispetto alle tornate elettorali precedenti) e lo sbandamento, sociale e politico, ora elettoralmente si ricercano movimenti autonomisti o separatisti (anche la Lega se occorre).

E se ne è accorta anche la destra che adesso comincia a cavalcare un suo “Progetto Sud”, per cui i più accesi fautori del ponte sullo stretto di Messina diventano Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Forza Italia. Non solo la vera classe dirigente del Paese non capisce che senza mettere a registro un pezzo di territorio come il Mezzogiorno il nostro Paese non sarà capace di recuperare il divario rispetto alle grandi economie europee, ma tenta in tutti i modi di accaparrarsi tutte le risorse, rischiando rivolgimenti sociali che potrebbero portare a sconvolgimenti non prevedibili.

Nell’assenza, e spesso con la complicità di vari soggetti sociali, per cui diventano nemici da abbattere coloro che analizzano i dati dimostrando quello che è visibile a chiunque abbia voglia di vedere.

Abituati ad un Mezzogiorno non reattivo ci si stupisce della contestazione dell’autonomia  differenziata, ma anche alla pretesa incredibile di avere una parte considerevole del Recovery Plan.

Abituati a considerare il Sud colonia perfetta per allocarci gli hot spot per i migranti, per le produzioni inquinanti, che continuano a restare in attività dietro il ricatto "o la salute o il lavoro", e per seppellire rifiuti tossici, non riescono a capire le inattese reazioni di una società civile, che superando le rappresentanze elette, sempre molto prone alle dinamiche dei partiti di appartenenza (sensa senso, contenuti, proposte e intelligenze), comincia a far capire alla gente che si è discriminati rispetto alla spesa pubblica.

L’approccio che il Nord ha nei confronti del Sud si è visto in modo plastico, quando si è fatto in modo che gli studenti e i lavoratori emigrati scappassero dal Nord (in alcuni casi sono stati invitati a farlo), in modo da alleggerire le terapie intensive, senza pensare che il trasferimento di un numeroso gruppo di meridionali, studenti e lavoratori, nelle località di origine avrebbe trasportato con essi anche il virus, come puntualmente è avvenuto.

Adesso bisogna cambiare registro. Capisco che è difficile passare dall’abitudine di fare l’asso pigliatutto a condividere le risorse, ma prima il Nord si convince e si abitua e meglio sarà per tutto il Paese.

L’alternativa farebbe male a tutti.

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