Montelpari nel ricordo di Nando Morra
Montelpari. Un ricordo.
E’ vero dolore apprendere che Massimo Montelpari abbia lasciato questa terra. E’ stato un autorevole dirigente della CGIL di Napoli e della Campania per un tempo lungo diversi decenni dalla fine degli anni ’60, espressione di una nuova leva di donne e di uomini, forgiatasi negli anni roventi sociali e politici del ’68, confluite nella CGIL, a tutti i livelli, nazionali, territoriali e di categorie, portando nuova vitale linfa, elevata cultura, visione moderna eppure fortemente ancorata ai grandi temi delle riforme economiche, sociali e politiche e dei diritti del mondo del lavoro obiettivi strategici della sinistra culturale, sociale e politica di quegli anni. Robusto il retroterra culturale e politico: il Concilio Vaticano II, Marcuse, Touran, Adorno, Sartre e le “icone”: Ho Ci Min, Mao, Che Guevara….
- rinnovamento dei “QUADRI”, fortemente voluto da Vignola e Lombardi, grandi “capi” della CGIL della Campania, innervò di freschezza intellettuale e politica le radici solide ma sclerotiche di tutte le strutture. Senza proclamare rovinose “rottamazioni”, fondendo sagacia politica, esperienze, “vecchio e nuovo”, tanti giovani energie trovarono spazio e ruoli nei gruppi dirigenti connettendo significative forze emergenti dalle fabbriche, dalla pubblica amministrazione, dalla Scuola e dall’Università con diverse esperienze territoriali tra le quali Silvano Ridi, toscano, Massimo Montelpari e Marco Calamai, romani, Sandro Schmid, trentino, Iginio Cocchi, emiliano e altri .
Fu la “leva” di una nuova generazione di sindacalisti: Annalola Geirola, Teresa Granato, Rocco Civitelli, Ettore Combattente, Maria Teresa Ciancio, Ciccio D’Agostino, Andrea America, Michele Gravano, Gianfranco Federico, Eduardo Guarino, Michele Tamburrino, Giorgio Piccolo, Bruno Maddaloni e tanti altri che contribuirono a rinnovare profondamente visione sociale, obiettivi, e ruolo politico del Sindacato a Napoli e nel Mezzogiorno: dall’assistenzialismo alle lotte contro il sottosalario, per i diritti, per lo sviluppo.
Massimo Montelpari, di notevole caratura culturale e politica, fu acuto e sensibile analista dei mutamenti sociali e della “Questione Meridionale”, attento ai temi di Manlio Rossi Doria ma anche alla “grande scuola” del “meridionalismo di sinistra” di Emilio Sereni, Giorgio Amendola, De Martino, Chiaromonte, Napolitano, Alicata che aveva in “Cronache Meridionali” il riferimento alternativo a “Nord e Sud“ di Francesco Compagna.
Nelle sue prime esperienze sindacali contribuì, insieme a Giovanni Zeno, Raffaele Pirozzi, Donatella Turtura e Feliciano Rossitto, alla “modernizzazione” della piattaforma politica della Federbraccianti CGIL nazionale e della Campania della quale è stato anche Segretario. Forte il legame culturale e politico con Trentin, Foa, Epifani, Militello, Accornero e altri dell’ “intellighenzia” della CGIL.
- percorso di Montelpari, segnato dalla concezione di “Sindacato come Missione”, si sviluppò con un crescendo di responsabilità: segretario generale della Camera del Lavoro di Napoli, successivamente, della CGIL della Campania. Il suo impegno in quegli anni è stato notevole sul piano della visione alta e della concretezza in rapporto non soltanto alla condizione dei lavoratori ma sui punti nodali della stessa “qualità” della vita a Napoli come nelle altre città: urbanistica, trasporti, cultura, assetto sociale.
Ho avuto la fortuna di lavorare insieme a Montelpari e l’ho conosciuto bene. Uomo franco e leale; profondamente unitario nella CGIL e con CISL e UIL; sereno e acuto nei passaggi più duri e difficili; sempre un passo avanti nella scoperta di nuovi obiettivi e azioni; un compagno vero nella piena accezione del termine; la coerenza quale DNA identitario; rigoroso e orgoglioso militante del PCI ma con la propria testa e autonomia culturale e politica; la curiosità come molla per scoprire mondi muovi.
Un Uomo semplice e straordinario. Un “riformista doc” e Amico caro: Buon Viaggio, Massimo.
Nando MORRA, 10 gennaio 2022