Duellanti tra ragioni e irrazionalità

In un libricino di appena un centinaio di pagine Joseph Conrad ambientò, in piena era napoleonica, la storia di un duello interminabile tra due ufficiali degli ussari che prosegue per circa quindici anni, resistendo alla caduta di Napoleone o alla restaurazione della monarchia. Il duello di Conrad è la rappresentazione di una situazione minacciosa che si aggrava sino a diventare incredibile e la cui drammaticità travalica la futile ragione, uno sgarbo mondano che aveva causato il duello iniziale tra i due contendenti.
Il paragone non appaia irriverente, ma le dinamiche conradiane paiono attagliarsi perfettamente a quanto sta accadendo da qualche tempo in Campania in tema d’eliminazione dei rifiuti e di costruzione dei termovalizzatori. L’ultimo episodio riguarda Acerra dove l’intera popolazione, dopo Bagnoli, Caivano, Ariano Irpino, Pianura, Aversa e Montecorvino si oppone a che il proprio territorio sia adoperato quale sito “inceneritore” o di “trasferenza “. E come in Conrad il duello rappresenta quanto nelle relazioni umane può sfuggire alla ragione senza alcuna possibilità di recupero, così la soluzione dei rifiuti in Campania sembra incancrenirsi in mere contrapposizioni di principio in cui i muscoli fanno premio sulla ragione e sulla saggezza. Dovunque, in Europa, il problema dello smaltimento dei rifiuti è stato risolto con modalità diverse ma uniformandosi ad un paio di principi elementari ma radicati nella società. Il primo: ogni comunità, quale che sia la grandezza della sua circoscrizione territoriale e il numero dei suoi abitanti, è chiamata a farsi carico del problema dello smaltimento poiché anch’essa contribuisce a generare rifiuti; il secondo: le istituzioni locali deputate a scegliere modalità e siti di smaltimento devono apparire eque nella scelta dei luoghi e credibili nell’assicurare i cittadini che le procedure siano d’assoluta sicurezza per le popolazioni limitrofe ai siti di “lavorazione” dell’immondizia. Se queste condizioni sono rispettate lo smaltimento non dà luogo ad alcun duello, anzi diviene fonte di ricchezza per le strutture che lo determinano. È fin troppo facile registrare come nelle vicende campane nessuna di queste condizioni sia lontanamente soddisfatta, creando tensioni e lacerazioni che, come nel caso di Acerra, non consentono nemmeno di distinguere quale dei duellanti rappresenti la volontà delle istituzioni, contrapposte, come sono, tra organismi locali e organismi centrali. Il dramma è che la contrapposizione dei duellanti finisce con il nascondere quanto di ragionevole e d’irrazionale alligna in ognuna delle due posizioni: è certamente vero che i termovalorizzatori rappresentano una scelta obbligata per la regione campana poiché gli standard di sicurezza sono inequivocabilmente rispettati. Ma è altrettanto vero che lo stock di ecoballe esistenti attualmente nella regione in una trentina di siti sarebbe smaltito da tre termovalorizzatori in non meno di venticinque anni, tenendo conto del fatto che essi dovrebbero lavorare sia sui flussi di nuova immondizia sia sulla consistenza colpevolmente accumulata. Ancora: iniziare l’attività di termovalorizzazione senza alcun’idea della fine che dovrebbe fare quel venti per cento di “scorie da lavorazione” significa posporre il problema nel tempo e rende del tutto immotivato l’atteggiamento da blitz ferragostano assunto dalla polizia e la drammatizzazione farsesca del commissario Profili. L’ipotesi che la linea della durezza verso i manifestanti sia socialmente perseguibile dopo l’accondiscendenza delle forze dell’ordine verso i blocchi eversivi dei pescivendoli puteolani dei mesi passati e la perdita di credibilità delle istituzioni in tema di trasferenze e di smaltimenti è del tutto illusoria: in Campania fin tanto che un serio piano di risoluzione del problema dell’immondizia non sarà presentato e accettato a livello territoriale non sarà possibile sversare alcunché, neanche se si trattasse, con il clima di sospettosità che oramai è diffuso, di metalli preziosi. Ma dato a Cesare quanto ad egli spetta, una considerazione pare inevitabile: sarebbe augurabile che lo stesso spirito di civiltà che i cittadini campani mostrano in occasione della violazione con i rifiuti dei loro territori fosse denotato costantemente e riguardasse tutti i tipi d’inquinamento, ovvero quell’acustico e quello morale. Dovremmo meravigliarci se, dopo aver contestato la trasferenza di rifiuti nel proprio quartiere, un giovane napoletano partisse a tutto gas e tutto clacson per la sua attività di scippi giornalieri.

Repubblica NAPOLI, 19 agosto 2004

This content has been locked. You can no longer post any comment.

Cerca nel sito

Incontri

Fut Rem

 

.

 

Chi è online

 27 visitatori online