- ATTACCO ALLA CGIL
- di Nando Morra*
Un dolore profondo. Un attacco squadrista, premeditato, vigliacco e criminale alla CGIL di Di Vittorio e Lama e verso milioni di donne e uomini del mondo del lavoro, al Sindacato che dal dopoguerra, è stato baluardo e protagonista fondamentale dell’antifascismo e della lotta per la democrazia e i diritti dei lavoratori. Come tanti militanti sono colpito dalla durezza dell’attacco e dal retroterra di motivazioni politiche e sociali: la strumentale copertura “NO - Vax “ svela altri preoccupanti obiettivi e finalità.
La CGIL sarà di certo, insieme a CISL e UIL, ancora di più in campo, oggi come ieri contro le BR e le trame eversive della destra neofascista, nella battaglia contro ogni becero oscurantismo culturale e politico, contro ogni forma di barbarie e di violenza politica e sociale e per il lavoro e per la libertà.
E’ ormai tempo che lo Stato non consenta ulteriormente il permanere di gruppi di acclarata matrice e pratica fascista, nazionalista e sovranista applicando con rigore le vigenti leggi e il dettato della Costituzione. Ogni tentativo di riproporre il fascismo ripercorrendone strategie e attività squadriste e militariste va contrastato e liquidato.
Ed è anche tempo di dire con nettezza che la solidarietà dei partiti della destra dell’arco costituzionale è significativa ma non sufficiente. Urge che esprimano una netta linea di demarcazione sul piano culturale e politico, sollecitando insieme alle altre forze politiche, i provvedimenti previsti contro ogni forma di neofascismo e neosquadrismo.
* Già Segretario Generale della Camera del Lavoro Napoli e della CGIL Campania; Segretario Nazionale della FIOM-CGIL ; membro del C.D. della Federazione Unitaria Nazionale CGIL-CISL-UIL
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Esiste un’alimentazione da preferire in tempo di coronavirus? Quali cibi sono migliori? L’esperta Maria Pina Mollica ha risposto a queste e altre domande.
A cura di Ernesto Acciarino
Sono ormai circa due mesi che la maggior parte degli italiani resta chiusa nelle proprie abitazioni per evitare di contrarre il covid-19.
L’emergenza obbliga ad una quarantena forzata che sta mettendo in ginocchio non solo le economie ma anche gli animi più forti. Rimanere in casa ci costringe a poche attività e ad una vita più sedentaria, caratterizzata perlopiù da abitudini errate. Tra queste, sicuramente, un’alimentazione scorretta. ‘Siamo ciò che mangiamo‘ diceva Ludwig Feuerbach.
Abbiamo intervistato la Professoressa di Fisiologia della Nutrzione e Direttore del Corso di Perfezionamento in Igiene Alimentare, Nutrizione e Benessere dell’Università degli Studi di Napoli Federico II Maria Pina Mollica e le abbiamo chiesto informazioni riguardo una migliore e salutare alimentazione durante questo particolare periodo dovuto al coronavirus.
Franco Garufi con Andrea Montagni e Frida Nacinovich, Lamiere. Una finestra al quarto piano prefazione di Susanna Camusso, postfazione di Serena Sorrentino Ediesse, Roma, 2012, € 12,00.
Questa raccolta ragionata di riflessioni, idee, pezzi di analisi nasce dalle discussioni che hanno accompagnato il varo del documento «Tredici idee per il Mezzogiorno» curato nel 2009 dal Dipartimento Politiche di Coesione sociale e del Mezzogiorno della Cgil con la collaborazione dell’Ires Campania.
Nelle lunghe chiacchierate che hanno accompagnato la costruzione del documento che ha segnato il rilancio della «centralità» della questione meridionale nella riflessione e nell’iniziativa della Confederazione, Franco Garufi (che del Dipartimento nazionale è il coordinatore) e Ugo Marani (che di Ires Campania era il presidente) abbozzarono l’idea di lavorare assieme alla realizzazione di una monografia sul Mezzogiorno che facesse punto del quadro economico e sociale e che ricostruisse l’impegno della Cgil lungo tutto l’arco delle trasformazioni del Paese. Un contributo per contrastare i leghismi e gli egoismi che la cultura liberista ha diffuso ovunque, come una malattia perniciosa delle coscienze che annega la consapevolezza che l’Italia senza il suo Meridione non va da nessuna parte. Perché l’Italia è davvero una. Perché, come abbiamo scritto nelle «tredici idee», il Mezzogiorno anticipa e amplifica i problemi di tutto ii Paese. Perché nella coesione economica, sociale e politica sta la chiave di volta per l’Italia tutta. Chi scrive, e Giovanni De Falco, di quell’impresa saremmo stati furieri e truppa di complemento. Le cose sono andate diversamente.
Gianmarco Pisa, (a cura di), Lamiere. La Letteratura tra Fabbrica e Città. Studi sul Romanzo Industriale in Italia prefazione Stefano Mollica, postfazione Giuseppe Zollo contributi di: Gianni De Falco e Ugo Marani, Pino De Stasio, Vincenzo Esposito, Christian Gemei, Matteo Palumbo, Silvio Perrella, Marco Viscardi Ad est dell'equatore, Napoli, 2012, € 15,00.
Presentazione di Gianmarco Pisa
Raccontare della letteratura e dell’industria, provare a sciogliere il nodo del rapporto tra la rappresentazione letteraria e la produzione industriale o, meglio, della rappresentazione letteraria del mondo della fabbrica, e farlo, in definitiva, nella cornice di un’analisi critica, scientifica ma non specialistica, non è un cimento di poco conto.
L’impegno intellettuale che ne consegue esige di approfondire la lettura dei testi narrativi e dei saggi critici, di affrontare la prova della ri-costruzione epistemologica del testo letterario e, non meno importante, di sbrogliare la matassa di una letteratura critica, che passa attraverso le monografie, le riviste e gli interventi tematici, di cui non solo non esiste un’organica ri-costruzione critico-bibliografica, ma della quale soprattutto non si rinviene un’eco nell’attualità.
Il tema del lavoro è, naturalmente, drammaticamente centrale nel dibattito politico odierno. È perfino ovvio sottolinearlo. Nell’orizzonte della più stretta attualità si identifica con la ricerca del lavoro, col dramma della disoccupazione o con l’altro, più generale, della difesa dei diritti dei lavoratori. E anche chi, non banalmente, tematizza la questione della produttività come decisiva per la rinascita del paese, non la riduce al solo punto di vista dei lavoratori, che dovrebbero lavorare di più o meglio, ma la inquadra in un orizzonte complesso, che non trascura l'esigenza di una miglioree più efficace organizzazione del lavoro stesso nonché quella del clima nel quale esso si compie. Anche se oggi la questione dirimente è quella di fondare un nuovo patto per la produttività, mi sembra che, su tempi più lunghi, se usciremo dall'angolo della crisi, ci si potrà ispirare a un'idea nuova del lavoro tradizionalmente inteso, in una prospettiva di una liberazione dal lavoro. Nuovi liberali e nuovi socialisti potranno costruire una nuova civiltà del lavoro se si potrà, complice la tecnologia, lavorare meno e meglio, lavorare tutti. Una scommessa, un'utopia. Ma l'orizzonte utopico, quando non è pura astrazione, imposizione totalitaria di un punto di vista, coincide con gli ideali che migliorano la realtà.
In questa prospettiva, e non solo in questa, possiamo leggere il bel libro, Lamiere, la letteratura tra fabbrica e città, che si presenta oggi alle 16 nella sede della Cgil in via Torino.
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