Una finestra al quarto piano

Franco Garufi con Andrea Montagni e Frida Nacinovich, Lamiere. Una finestra al quarto piano
prefazione di Susanna Camusso,  postfazione di Serena Sorrentino
Ediesse, Roma, 2012, € 12,00.

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 Questa raccolta ragionata di riflessioni, idee, pezzi di analisi nasce dalle discussioni che hanno accompagnato il varo del documento «Tredici idee per il Mezzogiorno» curato nel 2009 dal Dipartimento Politiche di Coesione sociale e del Mezzogiorno della Cgil con la collaborazione dell’Ires Campania.

Nelle lunghe chiacchierate che hanno accompagnato la costruzione del documento che ha segnato il rilancio della «centralità» della questione meridionale nella riflessione e nell’iniziativa della Confederazione, Franco Garufi (che del Dipartimento nazionale è il coordinatore) e Ugo Marani (che di Ires Campania era il presidente) abbozzarono l’idea di lavorare assieme alla realizzazione di una monografia sul Mezzogiorno che facesse punto del quadro economico e sociale e che ricostruisse l’impegno della Cgil lungo tutto l’arco delle trasformazioni del Paese. Un contributo per contrastare i leghismi e gli egoismi che la cultura liberista ha diffuso ovunque, come una malattia perniciosa delle coscienze che annega la consapevolezza che l’Italia senza il suo Meridione non va da nessuna parte. Perché l’Italia è davvero una. Perché, come abbiamo scritto nelle «tredici idee», il Mezzogiorno anticipa e amplifica i problemi di tutto ii Paese. Perché nella coesione economica, sociale e politica sta la chiave di volta per l’Italia tutta. Chi scrive, e Giovanni De Falco, di quell’impresa saremmo stati furieri e truppa di complemento. Le cose sono andate diversamente.

Dispersioni | Lamiere

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“Quando leggi un bel libro non fuggi dalla vita, ma ti ci immergi più in profondità”. Questa affermazione dello scrittore Julian Barnes è specialmente valida se leggiamo un romanzo appartenente al sottogenere della letteratura industriale, una narrativa costituita da testi che nel corso del Novecento si sono confrontati direttamente con la pervasiva affermazione dell’industria e dell’industrializzazione nella società.

Leggendo i diversi saggi del volume collettivo Lamiere. La letteratura tra fabbrica e città, a cura di Gianmarco Pisa (editoriale Ad est dell’equatore) si intraprende un itinerario ricco di spunti di riflessione e di suggerimenti di letture sul romanzo industriale tra autori quali Ottiero Ottieri, Paolo Volponi, Luciano Bianciardi (Vedi anche il mio post su La vita agra di Luciano Bianciardi) e Primo Levi che con le loro opere ci immergono a forza nella vita, raccontandoci l’irrealtà e l’alienazione del lavoro operaio e della fabbrica industriale negli anni del boom economico, della ricostruzione postbellica e dell’industrializzazione.

Notevoli, tra i diversi contributi, i due saggi del curatore del volume, Gianmarco Pisa. Nel primo Pisa proprone una accurata ed approfondita analisi diretta a delimitare e definire gli ambiti propri della letteratura industriale, marcatamente segnati dalla critica sociale e dall’antagonismo di classe (con interessanti riferimenti alla letteratura americana ed europea).

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