Mascherine: qualche considerazione.

 nell'ambito dell'iniziativa

Osservazioni e riflessioni sui cambiamenti del nostro sistema ante e post virus.

 

Mascherine: qualche considerazione.

di Francesco Fusco, presidente Associazione culturale Alter (partner Alleanza Istituti Meridionalisti)

 

Sono diversi mesi ormai – da quando tutto questo è cominciato – che l’umanità, una corposa fetta di umanità, ha cambiato volto. E non in senso metaforico. Ha letteralmente cambiato aspetto, estetica, connotati. Da diversi mesi infatti, a una considerevole porzione di umanità è spuntata una mascherina sul volto. È impossibile non farci caso: basta guardare la tv, basta uscire di casa (per motivi legalmente riconosciuti, è ovvio). Succede un po’ dappertutto, non solo qui da noi in Italia. È come se fossimo diventati tutti interpreti di un brutto film di fantascienza, protagonisti sbigottiti di una distopia planetaria. È come se fosse scoppiata una nuova Seveso – o Chernobyl, a seconda della generazione – su scala mondiale. Al telegiornale, per esempio, capita di vedere un giornalista in doppia mascherina che intervista il luminare di turno ad almeno due metri di distanza, anch’egli fornito di mascherina ovviamente, mentre il fonico, fuori campo, manovra il microfono montato su un braccio meccanico. Avrà anche lui la mascherina? Probabilmente sì.

 

Sono diversi mesi ormai che leggiamo sui giornali – o sul web, dipende dalla generazione – notizie del tipo “Mancano le mascherine in…” “Il governo fa un grosso ordinativo di mascherine a…” “Scandalo delle mascherine” “Fornitura di mascherine mai arrivata a destinazione” “Introvabili le mascherine” “Mascherine: prezzi gonfiati su internet” e via dicendo. La gente sembra non farci caso, non più di tanto. La gente sostanzialmente è stufa, stufa di stare chiusa in casa, stufa di non poter andare al bar, stufa del bollettino giornaliero dei nuovi contagiati, dei guariti, dei morti, stufa, probabilmente, di indossare una mascherina, uscire di casa, fare la spesa, ritornare a casa, accendere la tv e guardare persone che indossano mascherine che dicono cose, peraltro non semplici da capire, anche perché non è facilissimo capire cosa dice uno che parla con una mascherina sulla bocca.

Giudizio Pagina 1Nel frattempo ci si prepara alla ormai famigerata “Fase 2”, alla data fatidica del 4 maggio, quando finalmente (ma sarà davvero così?) potremo uscire lasciando a casa autocertificazioni varie e cagnolini esausti. E se per farlo bisognerà indossare una mascherina, qual’è il problema? Cosa sarà mai mettere un pezzetto di stoffa, carta o altro materiale davanti a naso e bocca? È cosa ‘e niente, diceva Eduardo. È cosa ‘e niente, infatti. Ma se è cosa ‘e niente perché dovremmo farlo? Per quale motivo svariati comuni e regioni della nostra meravigliosa conferazione chiamata Italia hanno imposto l’obbligo di indossare una mascherina ai loro cittadini per potere uscire di casa? Perché il governo si prepara a estendere tale obbligo al resto della meravigliosa confederazione di cui sopra in concomitanza con l’inizio della Fase 2? Ci saranno sicuramente evidenze scientifiche incontrovertibili alle base di una simile decisione. Ci sarà un’autorità sanitaria che lo ha fortissimamente raccomandato.

Il nostro ministero della salute non sembra aver prescritto niente di simile, e nemmeno l’European Center for Disease Prevention and Control – ECDC. Bisogna, magari, salire ancora di un gradino, l’ultimo rimasto, e interpellare direttamente la massima autorità sanitaria planetaria, l’Organizzazione Mondiale della Sanità. L’OMS, in effetti, ha aggiornato agli inizi del mese di aprile le sue linee guida (1) sull’utilizzo delle mascherine per contrastare il Covid-19, linee guida adottate e condivise, peraltro, sia dal nostro ministero della salute sia dall’ECDC. Ecco, in estrema sintesi, i concetti chiave riportati nel documento.

  • • L’uso esteso e generalizzato di mascherine da parte della comunità non è supportato da prove scientifiche e comporta diversi rischi e incertezze: non esistono al momento evidenze comprovate
  • secondo cui indossare una mascherina (sia medica che di altro tipo) da parte di persone sane nell’ambito della comunità possa impedire la trasmissione di virus respiratori, incluso il Covid-19.
  • • Indossare una mascherina è una delle misure di prevenzione che può aiutare a limitare – can limit, nel testo originale – la diffusione di alcune malattie virali respiratorie , tra cui il Covid-19. Tuttavia, questa misura da sola non è sufficiente a fornire un livello adeguato di protezione: sia che si usino o meno le mascherine, occorre prima di tutto rispettare scrupolosamente le regole del distanziamento fisico e dell’igiene delle mani.
  • L’uso delle mascherine dovrebbe essere riservato innanzitutto agli operatori sanitari: estenderlo alla totalità della popolazione rischia di sottrarre tali dispositivi proprio a medici e infermieri, oltre che alle persone realmente malate.
  • • L’uso generalizzato delle mascherine nella comunità potrebbe creare un falso senso di sicurezza negli individui e indurli a trascurare le principali misure anti-contagio (distanza interpersonale e igiene delle mani); inoltre, potrebbe spingerli a toccarsi il volto con le mani rischiando di contagiarsi.
  • • Le autorità governative che [nonostante quanto detto finora] volessero incentivare e/o prescrivere l’uso generalizzato delle mascherine all’intera comunità dovrebbero considerare preventivamente la fattibilità dell’operazione in termini di disponibilità del materiale, capacità di approvvigionamento e costi; dovrebbero, inoltre, essere condotti degli studi sulla tollerabilità da parte degli individui e promosse campagne di informazione per il corretto utilizzo e smaltimento dei dispositivi.

 

Giudizio Pagina 2Mi limito soltanto ad aggiungere che le indicazioni dell’OMS circa l’utilizzo e l’utilità delle mascherine sono rimaste sostanzialmente invariate fin dall’inizio dell’epidemia in Cina nel mese di gennaio. Considerando la impressionante penuria di certezze che abbiamo intorno a questo virus, già questo particolare dovrebbe essere più che sufficiente per attribuire a tali indicazioni la stessa autorevolezza delle Tavole della Legge.

E allora? Allora c’è qualcosa che ci sfugge, non può essere altrimenti. O esiste qualche altra entità sanitaria superiore di cui siamo all’oscuro oppure delle raccomandazioni e degli avvisi dell’OMS non frega niente a nessuno, partendo dai singoli cittadini fino ad arrivare a coloro che li governano. Però, a questo punto, bisognerebbe chiedersi se è il caso di continuare a finanziare un ente così costoso e inascoltato; e infatti deve esserselo chiesto anche il mai troppo imbarazzante presidente degli Stati Uniti che il 14 aprile scorso ha annunciato di voler sospendere temporaneamente i finanziamenti all’OMS (anche se per tutt’altro motivo, almeno ufficialmente).

Intanto domenica scorsa, 26 aprile, il presidente del consiglio italiano ha firmato il tanto atteso Dpcm che prospetta un primo timidissimo allentamento delle misure di contenimento della pandemia. Il decreto introduce, come era prevedibile, l’obbligo di indossare mascherine, anche se limitatamente ai luoghi chiusi accessibili alle persone e ai mezzi di trasporto pubblico. È paradossale per certi versi che il governo si limiti a raccomandare le misure principali per contrastare il contagio – la distanza interpersonale, il lavaggio frequente delle mani – e poi imponga una delle misure accessorie ovvero l’uso delle mascherine. L’introduzione dell’obbligo, peraltro, è del tutto superflua, dal momento che già tutti le portano, tranne rarissimi e sicuramente esecrabili seguaci dell’OMS.

Ormai – bisogna ammetterlo – siamo predisposti, forse addirittura bendisposti nei confronti delle imposizioni; del resto, abbiamo già sacrificato un pezzo consistente della nostra riserva di libertà e della nostra autosufficienza economica. Da circa due mesi viviamo segregati nelle nostre case, il tempo scandito da una sorta di coprifuoco dolce, le giornate che si succedono tutte uguali. Ci siamo abituati, ci siamo rassegnati, ci siamo assuefatti a un numero sconcertante di divieti e limitazioni: in questa situazione un obbligo in più è veramente poca cosa, è [veramente] cosa ‘e niente.

 

(1) https://www.who.int/publications-detail/advice-on-the-use-of-masks-in-the-community-during-home-care-and-in-healthcare-settings-in-the-context-of-the-novel-coronavirus-%282019-ncov%29-outbreak