In ricordo di Tonino Aprea

Tonino Aprea23 luglio 2020. Tonino Aprea non c'è più. E' morto un mio carissimo amico con il quale, insieme, cominciammo l'avventura sindacale... ricordando i giorni che furono Tonino per riassumere tutta la "storia" affermò «Giovà nuie c'ammo magnato 'a povere dd'a Cgil»... proprio così Tonino... e i nostri trascorsi ci videro lavorare alla Camera del Lavoro io 25enne e tu un po' più grande... stavamo ricordando il lavoro di sindacalizzazione dei panettieri... un giro che ti vide impegnato a girare fin dalle quattro del mattino... riportasti un trionfo, mai, dico mai, un sindacalista aveva condiviso il loro lavoro e i loro problemi... a quell'ora.

Lo stesso facesti con i farmacisti, ti organizzavo i giri per territorio e per presenza di farmacie... tutte le girasti le 3mila farmacie della provincia e ogni volta che tornavi in Camera del Lavoro non era mai a mani vuote... tessere, pacchetti di tessere... Nel tempo della tua presenza a Benevento studiammo la possibilità di organizzare un veicolo attrezzato con gruppo elettrogeno per collegare un computer e girare così per i paesi per portare la Cgil e i suoi servizi anche nel più sperduto dei piccoli comuni beneventani.

 

Non hai mai trascurato i rapporti di amicizia e i rapporti umani. Arrivasti ad organizzare un torneo di calcetto (esperienza mai più ripetuta) che rinsaldò, se mai ce ne fosse stato bisogno, un rapporto di amicizia, solidarietà e simpatia tra tutti noi. Passano tra i miei ricordi Marcello Chessa, Giancarlo Canzanelli, Alfonso Iannucci e i più improbabili calciatori che si sia mai visto calcare i campi di calcio come me, Gigino Allocati, Franco Nardi, Enzo Esposito... non valeva la qualità di gioco che si metteva in campo... ma lo spirito di gruppo, le risate che ci si faceva, la possibilità di conoscersi al di fuori del palazzone. Tuo il merito.

Al rientro dalla tua esperienza beneventana accusasti qualche problema al cuore e dopo la mia esperienza più recentemente avuta (infarto) e dopo l'intervento per la regolarizzazione del battito, mi chiedesti di essere indirizzato dal mio cardiologo (un tipo particolare e pazziariello). Il tuo decorso andava bene ma alla fine della visita non ti trattenesti dal chiedere se potessi stare tranquillo anche dal punto di vista del sesso... il cardiologo ti squadrò e disse «Signor Aprea, soltanto a guardarla penso che fin'ora lei si sia dato alla pazza gioia... è così? Bene, ora potrà finalmente vivere di ricordi». Scherzava, naturalmente. Ma ricordo che venisti subito da me prendendotela perchè, immaginasti, che io e il cardiologo ci fossimo messi d'accordo. Faticai non poco a convincerti che, invece, tutto dipese dalla spiritosaggine del medico. Poi furono soltanto risate.

E risate, a crepapelle, ne facevamo tante quando ricordavi vari episodi della tua vita umana e sindacale. Il modo con il quale raccontavi questi episodi portavano a ridere e anche tu ti facevi travolgere dai tuoi stessi racconti. Un mare di simpatia.

Abbiamo avuto l'occasione di lavorare insieme anche recentemente per cercare di salvare il salvabile della storia e dell'organizzazione di Via Torino. Nell'indifferenza di tutti perchè il destino del palazzone era stata già scritta. A ben guardare, come ci confessamo poi, stavamo ribellandoci ad un ineluttabile destino e alla fine, probabile, di una storia che chiudeva i suoi capitoli per aprirne altri, che non sapevamo dove ci avrebbero condotti.

Ci sentivamo telefonicamente spesso, e quando venivi in centro non mancava la tua visita in Ires, e altre storie, e altre risate...

Con la tua compagna Pina, negli ultimi anni avevi partecipato al giorno del "Porcus Day" che ogni anno organizzo in quel di Agerola dove adesso abito (mangiata tutta a base di carne di maiale).

In una delle ultime telefonate fatte per sgombrare alcune ultime cose dal palazzone mi accorsi di un tuo parlare affannoso, un incedere faticoso e stentato... ti chiesi subito Tonino ma che hai? non ti sento bene... Mi confermò di non stare bene e sapeva bene che la cosa potesse degenerare. Non era preoccupato per se stesso ma per il fatto che non avrebbe potuto aiutare ed assistere la sua adorata figlia. Non era preoccupato per se stesso. Ma quella preoccupazione per se stesso me la ritrovai io sul groppone pensando a lui.

Sono seguite poi telefonate e scambi di messaggi in WA. Circa quindici giorni fa girò improvvisa la notizia della tua dipartita. La notizia mi fu data da Franco Nardi e restai senza parole... in uscita dalla metropolitana a Montesanto dovetti fermarmi e appoggiarmi ad una panchine perchè mi si era bloccato il respiro... ebbi il bisogno di fermarmi per raccogliere forze che non sentivo più. Quelli della mia generazione in Cgil ora si contano, ma quelli che ho conosciuto ed ho apprezzato come amici sono ancora tanti e ci si sente e ci si vede... e quando uno di questi viene a mancare siamo tutti convinti che la storia che ci ha uniti è stata una grande storia, quando siamo costretti a ripercorrerla.

La notizia fu poi smentita e mi sentii riacquistare quelle forze che mi erano mancate. Sono certo che se avesse avuto la possibilità di commentare questo episodio ne avremmo certamente riso insieme. Ma non abbiamo potuto perchè inesorabilmente la matattia ti stava consumando senza che nulla o nessuno potesse far nulla.

Il 23 luglio la notizia della tua morte er vera, purtroppo.

Nella emozione più completa e più grande ho ripensato a te e a come ti ho sempre popolarmente pensato... uno scugnizzo, ti ho sempre pensato come uno scugnizzo, con l'indisponenza e la "cazzimma" degli scugnizzi di strada, con la loro straordinaria simpatia per la quale tutto si perdona.

Caro Tonino avevamo una famiglia che non ci ritroviamo più, una famiglia di cui molti hanno dimenticato le origini e la storia... se chiedi a molti di Raffaele Pirozzi, Giovanni De Santo, Mario De Rosa, Ettore Combattente, Giovanni Bennato, Maria Teresa Ciancio, Gianfranco Federico e tanti altri che serbo nei miei ricordi ti guardano smarriti, non sanno, non ricordano. E' la storia. E' la nostra storia che scompare, che è scomparsa con loro.

Ogni volta che scompare un compagno mi chiedono... ma chi era? ma che ha fatto? dove lavorava nel confederale o in categoria? Mi tocca scrivere il "coccodrillo" per ciascuno di essi perchè la memoria di questa organizzazione non c'è più.

Non ho scritto subito di te, Tonino, per assistere come testimone a come ti avrebbero ricordato... lo hanno fatto poco e male. Ma io il tuo "coccodrillo" non lo scrivo... ho voglia di scriverti come amico o, più precisamente. come "compagno" dando a questa parola quel significato che nella nostra famiglia aveva un senso nobile di impegno, di storia... quella che noi abbiamo avuto e conservato.

Ciao compagno Tonino Aprea, restando nei nostri ricordi e nei nostri pensieri puoi andare tranquillo perchè per noi non morirai mai