PIANETA CINA. One belt, one road

One belt, one road

Mazhar Ali Jarwar, studente, dottorato Ambiente, Risorse e Sviluppo sostenibile. Università degli Studi di Napoli "Parthenope"

 

xi-jinping-1L'iniziativa One Belt One Road (OBOR) è stata proposta dal presidente cinese Xi Jinping nel 2013. È un'iniziativa storica che parte dalla Cina con lo scopo di connettere le persone di tutto il mondo. Recentemente è stata battezzata come Belt and Road Initiative (BRI) e  comprende due programmi. Il primo è stato chiamato Silk Road Economic Belt  (una rinascita della vecchia via della seta terrestre che collegava la Cina all'Asia centrale , al Medio Oriente e all'Europa), conosciuta anche come Modern Silk Road. Il secondo programma si chiama 21st Century Maritime Silk Road e si basa sull’uso delle vie d'acqua tra i paesi membri dell'iniziativa OBOR. Comprende circa 65 paesi e 900 progetti con un volume di investimenti di 850 miliardi di dollari. La Asian Infrastructure Investment Bank è stata lanciata con un capitale di avvio di 100 miliardi di dollari nell'ambito di OBOR.

 

 

L'obiettivo dell'OBOR è quello di collegare Asia, Europa e Africa attraverso il rafforzamento dei partenariati tra i paesi. L'inviato imperiale cinese Zhang Qian avviò la vecchia via della seta 2000 anni fa, una via che divenne la principale rotta commerciale per l'Asia centrale e i paesi arabi. Com’è noto, questa rotta commerciale fu battezzata così perché la seta era uno degli articoli più esportati dalla Cina in quel momento. Nel 2013, il presidente Xi Jinping ha promosso la rivitalizzazione della vecchia via della seta stabilendo un collegamento tra la Cina e vaste zone dell'Asia, dell'Europa e dell'Africa, attraverso lo sviluppo di infrastrutture come ferrovie e strade. È la più grande piattaforma economica del mondo e promuoverà la crescita economica globale attraverso il rafforzamento della cooperazione tra i paesi coinvolti.

OBOR è un mega progetto che copre due terzi della popolazione mondiale e tre quarti delle risorse energetiche. OBOR è raffigurata per rimodellare l'ordine politico ed economico dell'Asia sviluppando una rete di società culturali, politiche e commercial e collega paesi asiatici come Bangladesh, Brunei, Singapore, Sri Lanka, Cambogia, Myanmar, Maldive, Nepal, India, Sudan e Pakistan attraverso porti marittimi, oleodotti e gasdotti e corridoi economici. OBOR finanzia anche zone economiche di libero scambio e progetti di sviluppo energetico nei paesi membri.

I responsabili politici di Stati Uniti, Giappone e India hanno espresso le loro preoccupazioni sulla crescente influenza dell'iniziativa OBOR. La Cina ha considerato tali preoccupazioni nient’altro che come propaganda contro lo sviluppo pacifico di OBOR. I benefici dell'OBOR saranno disponibili per tutte le persone del mondo grazie alla sua natura pacifica, alle sue caratteristiche di cooperazione, di integrazione e di interdipendenza. Un mondo multipolare potrà scaturire dalla corretta implementazione di OBOR attraverso lo sviluppo armonico dei paese coinvolti e la promozione della pace.

I legami tra Cina ed Europa continuano a rafforzarsi con l’adesione degli ultimi paesi europei che hanno firmato gli strumenti di cooperazione nell’ambito della BRI, in Lussemburgo e Italia nel marzo 2019. L'Italia è il primo membro del Gruppo dei Sette principali paesi sviluppati (più comunemente noto come G7) a sottoscrivere uno strumento di cooperazione BRI. L’attenzione dell’Italia verso questa iniziativa e le sue prospettive di sviluppo si è concretizzata nella firma di un accordo bilaterale (il "Memorandum of Understanding Cina-Italia") durante la visita del presidente cinese Xi Jinping a Roma il 23 marzo 2019. In sostanza, il documento esprime il desiderio dell'Italia di rafforzare le relazioni politiche e i legami economici con la Cina aumentando la cooperazione in settori quali lo sviluppo dei trasporti, della logistica, delle infrastrutture, del commercio, degli investimenti e della finanza. Tra il 2005 e il 2018, gli investimenti cinesi in Italia hanno raggiunto i 24,99 miliardi di dollari, il valore più alto nell'UE dopo Regno Unito, Germania e Francia. Nel 2018, la Cina ha importato merci italiane per un valore di 15 miliardi di dollari italiane, posizionando l’Italia tra i suoi primi nove partner commerciali. Nello stesso anno e importazioni italiane dalla Cina hanno raggiunto i 36 miliardi di dollari.

Il lancio della BRI ha ulteriormente accresciuto l'interesse della Cina verso gli investimenti in Italia, non da ultimo grazie alle infrastrutture portuali italiane, alle quali la Cina guarda con grande interesse, in particolare, il porto di Trieste. Questo è un importante punto di ingresso dei prodotti cinesi in funzione della loro commercializzazione nel resto d'Europa. Durante la visita del presidente Xi Jinping a Roma nel marzo 2019, la China Communications Construction Company (un gruppo infrastrutturale di proprietà statale) ha firmato accordi di cooperazione con le autorità portuali di Trieste e Genova. Dati recenti sembrano suggerire che la firma del Memorandum of Understanding tra Cina e Italia, configurando il contesto politico di riferimento, abbia incrementato gli investimenti cinesi. Nell'aprile 2019, è stato riferito che gli investitori cinesi hanno firmato accordi separati in Italia per finanziare progetti per un valore di 2,8 miliardi di dollari.