Piera: il sorriso del decimo piano.

Piera: il sorriso del decimo piano.

Gianni De Falco.

 

Ora tutti sanno che il dolce sorriso del decimo piano non c’è più. Piera Felicini ha smesso di sorridere a tutti noi, e tutti noi della generazione di sindacalisti nati tra gli anni cinquanta e gli anni sessanta abbiamo perso il suo sorriso.

L’eccellenza di una segretaria sta nel fare le cose ordinarie straordinariamente bene, e questo faceva Piera.

Superefficiente, onnipresente, provvidenziale e persino “materna”. Una compagna davvero in gamba, signora degli archivi, virtuosa della tastiera, una maga che, usando semplicemente un telefono, sapeva far apparire e sparire il “capo” proprio quando occorreva, insostituibile. 

Un lavoro duro fare la segretaria in Cgil, che regala soddisfazioni soltanto a chi non si risparmia. Uno dei pochi mestieri contro cui l’avvento delle tecnologie ha potuto ben poco. 

Piera ha “piegato” computer, fax e stampanti alle proprie esigenze, acquisendo sul campo una competenza che è stata un suo punto di forza.

Chissà perché, soprattutto le donne dotate di grandi capacità organizzative, sono confinate al ruolo di segretaria. Per questa ragione, credo, in Italia abbiamo migliori segretarie e anonimi dirigenti.

Piera è stata un punto di riferimento per tutti noi, una compagna e una segretaria affidabile e discreta. Ha portato via con sé tutta la storia, anche più segreta, della Cgil. In molti tentarono e hanno tentato di sapere, di estorcere anche con l’inganno, un segreto, un inciucio… niente, non una parola… la sua risposta restava confinata in un sorriso.

Bene ha fatto Massimo Montelpari a ricordare con Piera anche il marito Lorenzo che tante volte ha atteso la sua Piera nella guardiania di via Torino, a volte anche per ore senza mai lamentarsi né con lei né con la Cgil. 

Senza figli, Lorenzo e Piera si sono molto amati. Ne ho avuto contezza quando, dopo la pensione, decisero di passare un po’ di fine settimana ad Agerola. Abbiamo passato insieme giornate fantastiche e ho confessato a Lorenzo che mia mamma gli si era affezionata e gli voleva bene, nel suo periodo di direttore della filiale del Credito Italiano al corso Garibaldi, dove mamma riceveva la sua pensione, ogni volta mi diceva sempre «che bravo giovane, quant’è educato, che brava persona».

Lorenzo e Piera, Piera e Lorenzo… si, si volevano bene veramente e non nascondevano, in privato ed in pubblico, questo loro amore, questo volersi bene.

Soltanto quando Lorenzo ebbe seri problemi di salute Piera sorrise tristemente e noi, che sapevamo, abbiamo raccolto quel suo sorriso con tutto l’affetto possibile, con carezze che a volte hanno raccolto lacrime. Piera, la nostra Piera, sapeva anche piangere con dignità, spesso di nascosto. Ha poi potuto riprendere quel suo dolce sorriso con la guarigione del suo e del “nostro” Lorenzo. Una brava segretaria.

Una volta l’attrice Bette Davis ebbe a dire «Se a Hollywood non avesse funzionato, ero pronta a diventare la migliore segretaria del mondo» non era così, al massimo sarebbe arrivata seconda.