Massimo Montelpari è morto...

 

O Capitano! Mio Capitano! Il nostro viaggio tremendo è terminato,
la nave ha superato ogni ostacolo, l'ambìto premio è conquistato...
... ...
O Capitano! Mio Capitano! Risorgi, odi le campane;
risorgo - per te è issata la bandiera - per te squillano le trombe,
per te fiori e ghirlande ornate di nastri - per te le coste affollate...
... ...
Non risponde il mio Capitano, le sue labbra sono pallide e immobili,
non sente il padre il mio braccio, non ha più energia né volontà,
la nave è all'ancora sana e salva, il suo viaggio concluso, finito...

 

Tratte dalla poesia "O capitano! mio capitano"

di Walt Whitman

 

 

Può sembrare pura retorica il ricorso a questi versi di Walt Whitman resi famosi dal film "L'attimo fuggente" per ricordare a tutti Massimo Montelpari (esperto e appassionato cinefilo egli stesso), ma se ci fosse la necessità di saltare su un banco per rendere omaggio a quest'uomo io lo farei certamente.

L'ho conosciuto, Massimo, quando fu Segretario Generale della Camera del Lavoro di Napoli ed io ebbi la fortuna di collaborare con quella segreteria ancor prima di essere distaccato a legge 300.

Quella Camera del Lavoro (Allocati, D'Agostino, Esposito, America, Ciancio) potrà passare alla storia della nostra Cgil come quella più prolifica di iniziative e soprattutto di idee. Quella che riuscì a chiamare alla sua causa i professionisti, gli studiosi, gli intellettuali più noti, che riuscì a segnare profondamente i rapporti con l'organizzazione nazionale, con le università, con i luoghi di lavoro proponendosi, in un periodo politico difficile che ebbe sbocco poi con la tangentopoli, come "baluardo" democratico capace di confrontarsi con i grandi temi dell'epoca, a cominciare con l'organizzazione delle politiche per la vivibilità di una città metropolitana complessa e difficile come Napoli.

Industria, trasporti, sanità, telecomunicazioni, ambiente... su tutti questi temi la Camera del Lavoro di Montelpari si misurò senza limitarsi alla critica senza costrutto ma costruendo tesi e proposte alternative di altrettanto peso quanto quelle in campo.

Vivere e lavorare nella zona orientale di Napoli, iniziativa che portò a Napoli l'allora Segretario nazionale Pizzinato, aprì la pista al progetto Technopolis, realizzato dalla Filcea (oggi Filctem) CGIL con la collaborazione della Facoltà di Architettura di Napoli retta dal prof. Uberto Siola, per un progetto di risanamento e recupero, anche industriale, della zona orientale (Ponticelli, Barra, S. Giovanni).

Con l'istituzione dell'Osservatorio sui processi di sviluppo dell'Area metropolitana di Napoli sviluppò visioni metropolitane per lo sviluppo del territorio riportate anche in due libri editi all'epoca: 'O ministro di Andrea Cinquegrana,  Enrico Fierro e Rita Pennarola e La via napoletana all'urbanistica di Bruno Discepolo.

Quella Camera del Lavoro donò al Comune di Napoli (1988, sindaco Pietro Lezzi) il progetto per la pedonalizzazione di Piazza del Plebiscito, ripreso ed attuato dal sindaco Bassolino soltanto nel 1994.

Con l'iniziativa Il futuro ha 3000 anni si confrontò con le questioni del turismo, della cultura e dell'artigianato nell'area storica napoletana, ne nacque una iniziativa editoriale di Cgil Informa (pubblicazione sindacale) che fu curata da me, da Antonio Schioppa e dal fotografo Guido Giannini distribuito nelle edicole del centro storico ed andata esaurita nel giro di una settimana.

Il futuro ha 3000 anni si misurò perfino con l'iniziativa di portata nazionale sotenuta dalla politica dei tempi Il regno del possibile, progetto generato da personali reti di relazioni, costruita sulla base di legami familiari, amicizie, interessi comuni, capacità di muovere risorse e fare favori, serviva per mediare i vari interessi e le varie pressioni provenienti da un elettorato molto ampio ed esigente che, però, con la città e la sua cultura nulla aveva a che spartire (si parlò di una seconda edizione di Le mani sulla città).

Quella iniziativa fu ispirata dalla ricerca (poi anche portata in mostra) Per il futuro del Centro Antico di Napoli realizzata dal professore Attilio Belli.

Non dimenticherei l'iniziativa in difesa del "marchio Cirio" come "marchio di una città e di una cultura industriale" che i proprietari della fabbrica intendevano "cancellare".

Massimo ha guidato quella Camera del Lavoro come un capitano la propria nave. Negli ultimi giorni del suo mandato soleva attraversare i corridoi del nono piano ripetendo, come cantilena, tra il serio e il faceto: Mi rimpiangerete... mi rimpiangerete. Non credo avesse capacità divinatorie ma... in molti lo abbiamo rimpianto.

Qui scrivo del Massimo che ho conosciuto, un "signore" del sindacato... ma ho personalmente scoperto un "grande" personaggio attraverso la ricostruzione delle sue esperienze e le sue storie da studente di Agraria a Portici (Manlio Rossi Doria) a dirigente sindacale dei braccianti, da segeretario della Camera del Lavoro di Caserta a segretario della Camera del Lavoro di Napoli... per chi volesse riascoltare questa storia e rivedere Massimo può farlo collegandosi a youtube... con altri compagni (Rosario Messina, Enzo Esposito e Nino Cavaliere) avremmo voluto realizzare un archivio audiovisivo con interviste ai dirigenti sindacali in conclusione della loro carriera e Massimo fu intervistato da noi per l'iniziativa "La fabbrica della storia" (2012) che non ha ricevuto nè interesse nè risorse (peccato).

Questa intervista n. 0 ci consente però di proporre alla visione e alla storia un uomo e un sindacalista che molti di noi non scorderanno mai...  https://youtu.be/Am-xGvATNts.

Se non riuscite... collegatevi al sito di youtube e nello spazio di ricerca digitate "Massimo Montelpari", avrete la possibilità di vedere l'intervista intera (dura circa due ore) o seguire i miniclip di durata più breve.

Ciao Massimo, ciao compagno Montelpari, ciao mio (e nostro) capitano...