Lettera al nostro amico Mario Gentile

gruppo mercolediCaro Mario,

anche tu ci hai lasciato, nessuno di noi avrebbe mai immaginato che questo giorno sarebbe arrivato così all'improvviso e che saremmo stati qui a ricordare insieme la bella persona che sei, il tuo coraggio e la tua determinazione, il tuo entusiasmo e la tua forza, la tua grinta e la tua allegria, infine - ma non per importanza - la tua generosità e il tuo altruismo. Nessuno avrebbe mai pensato insomma che saresti diventato un ricordo per tutti noi e senza avvisarci ci mancherà un’altra pizza.

Il gruppo del mercoledì, che si ritrovava nella pizzeria di Mimmo sui gradoni di Porta Capuana, ha visto un gruppo di amici che si ritrovava attorno a un tavolo, con pizza e birra, per parlare del più e del meno, di politica, di sindacato ma soprattutto per antichi legami di amicizia, soprattutto per questo. Al gruppo si erano uniti poi Vittorio Ciccarelli e l’avvocato Gennaro Mazza, ma gli argomenti non differivano di molto, la nostra età e le nostre esperienze si riferivano ad un tempo che ci accomunava. Ma non si guardava solo al passato, nostri argomenti erano anche contemporanei con sguardi al futuro… insomma, non è mai stato un gruppo di arzilli vecchietti…

 

 

Ti sei autodefinito “il più grande d’età”, non il più anziano o il più vecchio, e così in realtà hai fatto salvi tutti noi.

Tutti ricordiamo quanto fosse bello il tuo sorriso e quanto rassicuranti fossero le tue parole; tutti ti abbiamo conosciuto come un grande amico, un “diversamente ragazzo” senza malizia e con tanta voglia di guardare al tuo futuro attraverso le tue nipotine; tutti insomma sappiamo chi sei e che nonno sei stato, tanto da sacrificare qualche mercoledì.

Un po' siamo gelosi: chissà dove sarai adesso e chissà chi potrà gioire assieme a te, guardarti negli occhi e farsi una fragorosa risata. Siamo gelosi perché noi potremo guardarti solo in foto, non potremo più abbracciarti e tutto quello che resta di te è racchiuso nei nostri ricordi.

Ma i ricordi, sono l'arma più potente di tutte: nessuno è in grado di cancellarli e quelli più forti sopravvivono persino al tempo che fugge.

I ricordi sono il ponte tra questa vita e l'eternità che ci aspetta tutti e dove tutti ci ritroveremo, con te, con Rosario Messina e Tonino Aprea.

Questi ricordi sono il nostro bene più prezioso e anche se un giorno ci verrà voglia di abbracciarti e non potremo farlo ci tufferemo proprio in un ricordo, lo rivivremo assieme e allora sarà compiuto un piccolo grande miracolo.

Sei un uomo intelligente e simpatico, quella tua parlatina alla “romana” ti ha reso sempre più simpatico, considerando che non sei “de Roma”. Quella inflessione ti derivava dai tuoi anni passati a Roma presso la Funzione Pubblica nazionale.

E’ stata, la Funzione Pubblica, la tua più lunga esperienza sindacale, da Napoli a quella Regionale e Nazionale per poi, di ritorno, misurarti con il sindacato confederale, la Camera del Lavoro di Napoli, di cui sei stato Segretario.

E tanto per ricordare ci siamo sfrocoliati su tutto, anche sulle tue più recenti criticità quando nei messaggi mi chiamavi De o Gio e parlando delle tue operazioni chirurgiche dicevi… «aoh ai voglia a dì, m’hanno aperto come ‘n capretto» e io di rimando nascondendo la preoccupazione che aveva colpito tutti noi «’a Mario nun te lamentà oggi sei l’unico che tiene più punti della Juventus…». Ridevamo.

Mancherai a tutti, agli amici di sempre e a quelli conosciuti da poco. Mancherà soprattutto la tua sincerità, il tuo modo di vedere la vita e di affrontare il mondo, la tua serietà che diventava simpatia all'occorrenza; mancherà di te il tuo modo di essere amico, il tuo essere custode prezioso di tante nostre battute e risate.

Ci mancherai in tutti i modi in cui una persona può mancare e immagino che anche per te sarà lo stesso.

Verseremo lacrime (alla notizia io l’ho già fatto) e sicuramente passeremo giorni non felici, è inutile far finta di niente, ci guarderemo indietro, penseremo al tuo sorriso e insieme o in solitudine ci ricorderemo di te e del tuo romanesco, sappiamo che un giorno saremo di nuovo assieme e ritorneremo a sorridere; ci ricorderemo insomma che non sei andato via per sempre e che questo improvviso saluto è stato solo un arrivederci, alla nostra prossima pizza e all’assemblea che potremo organizzare insieme. Ciao Mario… non sentirti solo.