Gli ultimi giorni della Fiat

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Avevo, una decina di giorni addietro, scritto un articolo in cui ponevo alcune domande, sette perla precisione, sulla natura del progetto NaplEst. E avevo, per la verità, perso ogni speranza di risposta quando, improvvisamente, ieri è comparsa una replica alle mie osservazioni. Si tratterà di uno degli imprenditori interessati nel progetto, ho sperato, che mi ragguaglierà con cifre e riflessioni. Ebbene no: risponde l'assessore alle Risorse strategiche del Comune, il quale, paradossalmente, mi rimprovera di avere esplicitato interrogativi che, in linea di principio istituzionale, egli stesso avrebbe dovuto manifestare. L’assessore mi ricorda: che la zona orientale è disastrata; che è improprio suscitare perplessità verso iniziative d'imprenditori coraggiosi; che Napoli è una città complessa e contraddittoria; che è tempo che la selezione delle iniziative sia fatta dal mercato; che l’obiettivo è strappare una quota di territorio dal cimitero industriale e urbano (sic).

Avrei francamente preferito che l’assessore fosse entrato un po’ nel merito del progetto, avendo, di fatto, supplito al silenzio dei capitani di impresa coraggiosi e silenti. Ma tant'è: tralasciando l'aspetto mera­mente lapalissiano delle domande e la tardiva e obsoleta scoperta del mercato, mi viene da chiedere: l'assessore ha fatto una valutazione analitica del progetto? Lo convince il presunto impatto occupazionale? Che deroghe saranno necessarie al piano regolatore? O forse, anche in questo caso, la giunta comunale si sta muovendo con la medesima inetta superficialità che la contraddistingue per la riconversione di Bagnoli, per il suk di piazza Garibaldi, per il piano parcheggi della città? E qui mi fermo per carità di patria.

Ugo Marani
La Repubblica Napoli | giovedì 23 giugno 2010

[L’Articolo di Michele Saggese “Il coraggio di Naplest e il ruolo del Comune” è apparso su Repubblica Napoli il 22 giugno.]