De Magistris e Guida.

di Paolo Giugliano

 

La condanna a un anno e tre mesi per abuso di ufficio e la sospensione di diciotto mesi di De Magistris dalla carica di Sindaco e la vendita per fallimento dei libri di Guida sono due episodi che, seppur di segno diverso, rimandano l’immagine di una città sull’orlo di una crisi di senso e di nervi.

Sarebbe stato meglio se il Sindaco, pur criticando la sentenza, ne avesse preso atto rinunciando a fare il “Sindaco di strada” perché si tratta di una strada che non lo porterà da nessuna parte.

De Magistris se vuole potrà ripresentarsi alle prossime elezioni a Sindaco in modo che siano gli elettori a giudicare il suo operato. Le opposizioni avrebbero fatto meglio a non far discendere quasi automaticamente le sue dimissioni dalla sentenza che lo riguarda.

Separare il piano giudiziario da quello politico non è solo una misura di civiltà ma anche un modo corretto per portare avanti con più limpidezza ed efficacia la legittima battaglia politica per costringere alle dimissioni De Magistris.

La libreria Guida chiude per fallimento e centinaia di persone si recano a Port’Alba per acquistare, a prezzi stracciati, i libri in giacenza. Altre librerie hanno già chiuso, al posto dei cinema sono sorti supermercati, sono in crisi il teatro S. Carlo, il Trianon, il S. Ferdinando, il museo Madre e il Pan, l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici con i suoi 300mila libri cerca ancora una location adeguata.

Se non è una Spoon River, poco ci manca.

L’impressione è che la Giunta  Comunale con questa realtà, invece di farci i conti, ci litiga. Non tutto dipende dal Comune ma certo un’azione mirata a sostegno dei settori dell’arte, della cultura e dello spettacolo aiuterebbe non poco a contrastare il degrado economico e civile di Napoli.