Le lettere del Presidente

paolo

di Paolo GIUGLIANO (Repubblica 8/11/2014)

 

De Magistris ha usato parole di fuoco contro la legge Severino che  prevede la sospensione dalla carica di amministratore in presenza, come nel suo caso, di condanna anche di primo grado, per abuso di ufficio. Il TAR della Campania  ha annullato la sospensione  del Sindaco riportandolo a Palazzo S. Giacomo.

Da questa vicenda De Magistris esce più forte e le opposizioni più deboli ed isolate. Invece di invocare le improbabili dimissioni del Sindaco, PD e FI avrebbero fatto meglio a proporre una nuova maggioranza con tutti quelli che ci stavano. In questo modo, sarebbe apparso chiaro alla città quali erano le reali intenzioni dei singoli e dei gruppi presenti in Consiglio. La scena, invece, è stata occupata da De Magistris che non potendo più svolgere la sua funzione di Sindaco a Palazzo S. Giacomo è “sceso in strada” per accrescere il consenso attorno alla sua persona.

 

Il futuro di Napoli è un ossimoro, contemporaneamente è stabile e precario. Stabile, perché è verosimile che il Sindaco possa arrivare alla fine naturale della consiliatura (2016); precario, perché i pericoli per lui potranno venire solo dalle fibrillazioni dell’incerta ed esigua maggioranza che lo sostiene.

Napoli ha assistito a tutto quel che è accaduto in maniera indifferente quasi che tutto ciò non la riguardasse. Hanno parlato solo quelli che non potevano farne a meno. Muti gli intellettuali, la borghesia, i ceti professionali.

Mentre la buona politica ha bisogno come il pane del protagonismo dei suoi rappresentati.

Eppure una città “governante” a Napoli esiste e quotidianamente si cimenta con le mille problematiche della città. Questa Napoli, sotterranea emerga e si faccia sentire con proposte, iniziative, mobilitazioni in modo che alle elezioni si arrivi in maniera chiara e non demagogica. Intanto potrà anche dare il suo contributo alla risoluzione dei tanti problemi che da troppo tempo affliggono la città.