«Je suis Charlie» la riflessione critica: Ernesto Paolozzi

La libertà è a suo modo una religione.

di Ernesto Paolozzi, docente di Storia della Filosofia Contemporanea presso l’Università Suor Orsola Benincasa

 

ernE’ probabile che il drammatico atto terroristico di Parigi che è costato la vita ad inermi giornalisti, sia stato perpetrato da giovani musulmani che poco hanno a che vedere con la religione dei loro padri e, in fondo, nemmeno con le aspirazioni di giustizia economica ed integrazione sociale dei tanti giovani immigrati in quello che chiamiamo mondo occidentale.

 E’ un atto irresponsabile, frutto, forse, di squilibrio mentale, di narcisismo spinto all’estremo limite. Ma, può sembrare un paradosso, ciò che conta di più, è il significato politico e morale che quell’evento genera in sé e per sé, nel nostro mondo come in quello, vastissimo e variegato, che si ispira ai valori religiosi del Corano.

 

E’ in questo incrocio che si può generare una tragedia che oltrepassa perfino quella già tanto amara che ha colpito i giornalisti barbaramente trucidati. Tutti concorderemo su un punto: cadere nella trappola dello scontro di civiltà, della guerra di religione, sarebbe una catastrofe. Per tutti i contendenti. Dobbiamo, dunque, rigettare senza tentennamenti ogni tentativo di contrapporre i valori della religione cristiana a quelli di altre religioni. Ma come e in nome di quali altri valori?  In nome, si dirà, del valore della libertà, della tolleranza. Certamente è così, ma bisogna stare attenti, molto attenti, a non connotare anche il valore della libertà come un valore che si declina secondo contenuti specifici legati ad una particolare contingenza politica, o ad un catalogo di diritti astratti da imporre in ogni circostanza e in ogni luogo. La libertà è a suo modo una religione (come sosteneva Benedetto Croce), una concezione della vita, un sentire morale: il rispetto della dignità, dell’integrità di ogni individuo. Non una religione che si oppone ad altre religioni, ma una religione che nel rispettare tutte le religioni pretende di essere parimenti rispettata. Ortega y Gasset diceva pressappoco che il liberalismo è l’ideale più nobile e innaturale comparso nella storia perché è l’unico che prima di combattere offre all’avversario le armi del combattimento.­­­­